Peste suina sconfitta a Roma: il Lazio fuori dalla zona rossa

Peste suina

È ufficiale: Roma si libera dalla peste suina. Dopo mesi di impegno e interventi mirati, la Capitale e la sua provincia non sono più soggette alle restrizioni sanitarie imposte dalla zona rossa. Il Ministero della Salute, insieme alla struttura del commissario straordinario per la Peste Suina Africana (Psa), ha annunciato il successo dell’operazione. La notizia arriva direttamente dalla sessione “Salute e Benessere Animale” del Paff Committee, riunitosi a Bruxelles lo scorso 22 gennaio, che ha approvato la revoca delle limitazioni introdotte nel maggio 2022.

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Gioco di squadra tra istituzioni e territorio

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra enti e comunità: “Grazie all’impegno congiunto di istituzioni, aree protette, mondo venatorio e altri attori coinvolti, siamo riusciti a bloccare la diffusione della peste suina in alcune zone critiche della Capitale. Questo risultato dimostra quanto sia fondamentale un’azione coordinata per affrontare emergenze sanitarie di questa portata”.

Il ringraziamento del Ministero va a tutti coloro che hanno contribuito: dalla Città metropolitana di Roma alla Cabina di regia presso la prefettura, dagli assessorati regionali ai professionisti del settore veterinario, fino ai cittadini che hanno collaborato rispettando le misure di prevenzione. Anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha espresso la propria soddisfazione, definendo il traguardo “un segnale positivo per le imprese e il sistema produttivo agricolo, che hanno pagato un prezzo alto a causa delle restrizioni”.

Il Lazio fuori dalla zona rossa

Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, e l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, non nascondono l’orgoglio per il risultato ottenuto: “Essere tra le prime regioni italiane a uscire dalla zona rossa rappresenta una vittoria per il nostro territorio. Questo traguardo è frutto del lavoro intenso che abbiamo messo in campo fin dall’inizio del nostro mandato per contenere e debellare la malattia”.

Un plauso particolare è stato rivolto al commissario straordinario alla Psa, Giovanni Filippini, al suo predecessore Vincenzo Caputo e agli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. “Grazie al monitoraggio continuo e alle misure messe in atto, siamo riusciti non solo a fermare il virus, ma anche a proteggere le imprese agro-zootecniche, pilastro fondamentale dell’economia locale”, hanno aggiunto Rocca e Righini.

Cosa cambia per il futuro?

L’eradicazione della peste suina non è solo un sollievo per la salute pubblica, ma rappresenta anche un passo avanti per l’intera filiera agroalimentare del Lazio. Con la fine delle restrizioni, si riaprono opportunità per le esportazioni e per il rilancio dei prodotti tipici regionali legati alla catena suinicola.

Nonostante il successo, l’attenzione resta alta. “Questo risultato non ci ferma: continueremo a vigilare, intensificando le attività di prevenzione per scongiurare il ritorno del virus. Una priorità sarà anche il controllo della popolazione di cinghiali, una delle principali cause di danni alle coltivazioni e alle produzioni agricole del Lazio”, ha concluso la Regione.