“Piantedosi questurino” perché odiano chi serve lo Stato

Piantedosi questurino

Questa storia del questurino per attaccare Piantedosi è veramente brutta. Perché contro il ministro dell’interno scatta il vecchio odio covato per anni e decenni nei riguardi delle forze dell’ordine: l’uso della parola questurino scarica responsabilità su chi tutela la nostra sicurezza e su e chi li guida.

È ora di smetterla, piuttosto si rispetti chi, a fatica, deve mantenere l’ordine pubblico da molteplici attacchi.

Infangano Piantedosi “questurino”

Si è scatenato praticamente tutto insieme. Arrivano sulle coste i migranti, i clandestini. Viaggi rischiosi, bagnarole con centinaia di persone. La colpa diventa di Piantedosi.

Poi gli anarchici che sventrano le città perché uno di loro sta in galera, al 41 bis, e ha deciso di lasciarsi morire di fame. La colpa è del “questurino Piantedosi”, immancabilmente.

Ancora: ci si mettono gli ultras del calcio, scatenati come non mai e anche qui il Viminale deve fare mea culpa: Piantedosi ormai è diventato il nemico da abbattere.

Invece, basta poco a Dario Nardella, bloccare un teppista imbrattatore con tanto di vigili urbani e telecamere per diventa un santo. Il santo di Firenze.

Si sono scatenati tutti insieme…

Ciascun episodio ha il suo perché, ma la sinistra non lo considera. Gli anarchici fanno parte della figliolanza, li vanno anche a trovare in carcere e si beccano pure le bombe nelle loro sedi come è successo a Roma. Ma loro gridano contro il ministero dell’interno.

Le tifoserie. Certo, le norme non consentono di bloccare i cittadini europei tra un paese e l’altro. Poi se decidi per un divieto, arriva il Tar e dà ragione a loro.

Di migranti ne sono stati giustamente salvati decine di migliaia, a Cutro però c’è stata una tragedia e anche qui la deve pagare Matteo Piantedosi.

E giù col questurino. Colpisce che se ne faccia carico persino  Carlo Calenda, quello che doveva recitare la parte del moderato e invece attacca il capo del Viminale con la stessa parola. Ma che avete in testa, verrebbe da domandare.