“Piazza per l’Europa”, ecco la delibera della Corte Conti che rischia di inguaiare Gualtieri

L’escamotage del Campidoglio sulla «Piazza per l’Europa» potrebbe costare caro al sindaco. Il dettaglio di tutte le spese coi soldi pubblici nel mirino dei giudici
C’è un precedente che pesa come una spada di Damocle sul Campidoglio. È la deliberazione n. 19/2021 della Corte dei Conti – Sezione Lombardia, un documento che sancisce un principio ineludibile: i fondi pubblici non possono essere usati per finalità propagandistiche, nemmeno se mascherati da eventi istituzionali.

Il caso riguardava il Comune di Somma Lombardo, ma il messaggio era chiarissimo e universale: le spese di rappresentanza devono essere sobrie, mirate e strettamente connesse a fini pubblici. Altrimenti, scattano le responsabilità contabili. Alla luce di questa pronuncia, si fa più densa l’ombra sul maxi-evento romano del 15 marzo 2025: la manifestazione “Una Piazza per l’Europa”, promossa e finanziata da Roma Capitale.
Interesse: una sentenza che brucia anche a Roma
La Corte lombarda ha smontato un regolamento comunale che legittimava, tra le altre cose, colazioni di lavoro, pranzi istituzionali, omaggi floreali e spese per eventi senza reale risonanza pubblica. Perché? Perché non promuovevano l’ente, ma le persone. Quando l’immagine che ne beneficia non è quella dell’istituzione, ma dei singoli amministratori, la spesa è illegittima e potenzialmente dannosa per l’erario.
Roma corre un rischio analogo. L’evento del 15 marzo sarebbe stato presentato come “spontaneo e partecipato”, ma in realtà interamente organizzato e finanziato da Roma Capitale tramite Zètema, azienda strumentale del Comune. Le spese documentate superano i 270 mila euro, ma il totale — considerando sicurezza, pulizie, personale e mancati introiti — potrebbe sfiorare i 350 mila euro.
I dettagli dei costi sotto la lente
Analizzando le spese sostenute per l’evento “Una Piazza per l’Europa”, emergono voci significative che meritano attenzione. Zètema, la società in house di Roma Capitale, ha affidato diverse commesse per l’organizzazione dell’evento. Tra queste, spiccano:
– 126.000 euro destinati a Promotrade Srl per gli allestimenti scenografici e strutturali.
– 104.700 euro corrisposti a GV S.R.L. per servizi audio, video e regia dell’evento.
– 4.750 euro pagati a Croce Medica Italiana Srl per il presidio sanitario durante la manifestazione.
– 600 euro versati a Stegip 4Communication Srl per il servizio Leyard.
– 355 euro ad Acea Energia Spa per la fornitura di energia elettrica necessaria all’evento.
– 1.822,37 euro a Mu.St. Srl per l’acquisto di biglietti e l’alloggio degli ospiti invitati.
Queste cifre rappresentano solo una parte delle spese sostenute e sollevano interrogativi sulla gestione economica dell’evento.
Oltre le cifre ufficiali: costi nascosti
Oltre alle spese direttamente documentate, ci sono costi indiretti che gravano sulle casse pubbliche. Straordinari per la Polizia Locale, interventi aggiuntivi di pulizia da parte di AMA, il mancato incasso derivante dall’occupazione del suolo pubblico e le spese per transennamenti e sicurezza non sono stati ufficialmente contabilizzati nell’importo di 270.000 euro. Questi oneri aggiuntivi potrebbero far lievitare il costo totale dell’evento a circa 350.000 euro, sollevando ulteriori dubbi sulla trasparenza e sull’opportunità di tali spese in un contesto di rigore finanziario.
Desiderio: trasparenza, non propaganda
Il documento della Corte dei Conti Lombardia va oltre il tecnicismo: stabilisce una cornice etica e giuridica. La rappresentanza è un’attività pubblica, non uno spot elettorale. Le manifestazioni devono accrescere il prestigio dell’ente, non diventare palcoscenici politici camuffati da eventi istituzionali.
Ecco perché l’esposto firmato dal consigliere capitolino Fabrizio Santori tocca un nervo scoperto: accusa l’amministrazione di uso distorto delle risorse pubbliche, parcellizzazione delle gare per evitare bandi e addirittura di aver modificato regolamenti per negare spazi istituzionali a eventi “sgraditi”. Intanto il sindaco Gualtieri, fascia tricolore al petto, presidiava la piazza. La domanda è lecita: stava rappresentando l’ente o la sua parte politica?
Azione: vigilare, denunciare, riformare
Il caso “Piazza per l’Europa” potrebbe diventare per Roma quello che Somma Lombardo è stato per la Lombardia: un campanello d’allarme trasformato in sentenza. La Corte dei Conti ora dovrà stabilire se ci sia stato danno erariale, violazione del principio di imparzialità o uso improprio di fondi fuori bilancio.
Quel che è certo è che le regole ci sono, e sono già state applicate. La Corte dei Conti ha parlato chiaro: no ai fondi pubblici per eventi di parte, sì alla trasparenza e all’interesse generale.
La partita ora si gioca tutta sulla qualificazione dell’evento. È stato istituzionale o propagandistico? Finanziato per rappresentare Roma o per sostenere un messaggio politico?
I conti — letteralmente — non tornano.