Politica da “fitusi”, che abbandona alla fame chi vuole lavorare (video)

Fitusi

Fitusi è diventato un grido di guerra di questa donna siciliana che “lavora” a Roma. Lavora tra virgolette, perché il governo la obbliga a tenere chiuso il suo negozio di via Segesta.
Estetista. E blogger.

E la sua rabbia, lucida, durissima, è indirizzata a colpi di video contro la politica, a partire da Giuseppe Conte, “dittatore”.

Il popolo contro i “fitusi”

Piacere, Emilia Clementi. Voce del popolo dei reclusi. Vorrebbe sfogare la sua rabbia sul portone di Montecitorio, ma non la fanno avvicinare, i fitusi. Che poi sono i buoni a nulla, incapaci di decidere se non sul destino altrui.

La storia di Emilia è simile a quella di tanti che si disperano magari in silenzio. E lei dà voce a chi non ne ha più, a chi sta perdendo la speranza.

Perché chiudi l’attività. E come tutti pensi prima al personale in cassa integrazione, se ne hai. Ti accorgi che non gli arriva nulla. Poi tenti di avere almeno quelle misere seicento euro, ma non succede niente. Vai in banca: “A me li prestate quei venticinquemila euro?”. No, signora, al massimo duemila. Fitusi.

Se il lavoro non c’è, così quando ripartirà mai? Ecco perché è un simbolo da condividere anche il video che vi proponiamo qui sotto, che è di lunedì scorso ma è come se fosse di oggi. Perché non cambia mai nulla nella vita di chi sta tentando di capire se avrà la forza di rimettersi in piedi. “Il Covid non l’ho voluto io”, dice questa signora ai “fitusi”, ed è un po’ quello che pensano tutti.

Il governo varerà il cosiddetto decreto rilancio. Ma ha esaurito i bonus di credibilità. Ci provi Conte, ci provino quelli come lui, a illudere ancora una volta tutte le persone che stanno alla cosiddetta canna del gas. Questi governanti si salveranno solo se indosseranno una mascherina per rendersi irriconoscibili.

Niente soldi, solo burocrazia

Perché si sono permessi di rinchiudere le persone in casa, prive del lavoro e della libertà, senza nemmeno tentare di mettere loro qualche euro in tasca a fondo perduto. Solo complicatissima burocrazia che ha sfinito i cittadini.

“Dobbiamo chiudere” è la prospettiva che vede davanti a sé Emilia, come tanti altri suoi colleghi. Sono le microimprese, lei estetista, ma anche i bar, i negozi, le botteghe artigiane e tutti quelli che tempo fa incontravamo e salutavamo sotto casa.

Povera Italia e pure povera Roma, con quell’altra, la sindaca, che si è inventata i negozi a fasce orarie. Ce l’ha anche con Zingaretti, Emilia, perché vorrebbe “lavorare con onestà e dignità”. E invece arrivano le bollette da pagare. Le bollette con la mora. Pure…

Questa “nuova” classe politica è composta non solo da “fitusi”, bensì da irresponsabili che giocano sulla pelle della gente. Che per ora si sfoga in video, ma verrà il momento in cui la voce non basterà più.