Polizia Locale, al via il referendum per abolire i vigili: “Ibrido tra poliziotti e impiegati”

Polizia locale in azione a Roma

Ve li ricordate i vecchi “pizzardoni“, poi evoluti in vigili urbani e successivamente “promossi” in agenti di polizia locale, passando dalla municipale? Ebbene, adesso, a detta proprio dai caschi bianchi, sembra arrivato il momento di dire basta anche a loro. O quantomeno a un sistema che sembra uscito da un film di serie B. Mentre alcuni continuano a immortalare le passerelle mediatiche e le promesse di innovazione, il Comitato Promotore del Referendum Abrogativo della Polizia Locale ha deciso di prendere sul serio la questione. L’obiettivo? Eliminare quell’ibrido surreale in cui gli agenti sono a metà tra poliziotti e impiegati amministrativi, un mix che non regge più di fronte alle esigenze della società moderna.

Cinque referendum abrogativi

Il Comitato, formato da operatori appartenenti a diversi Corpi e Servizi di Polizia Locale in Italia, ha lanciato un appello deciso: attraverso cinque referendum abrogativi, si vuole riformare radicalmente l’organizzazione, le qualifiche e le funzioni di questo istituto. Il procedimento è già in marcia con i quesiti presentati alla Cancelleria della Corte di Cassazione e la raccolta firme partirà l’11 aprile. Con il presidente Alessandro Albanese e il vice Claudio Lamari al timone, l’iniziativa non è solo un grido d’allarme, ma un invito a ripensare un modello che da tempo non soddisfa gli standard di una città in evoluzione.

Doveri da poliziotto, ma strumenti da impiegato

Nel mondo dell’amministrazione locale, si parla spesso di soluzioni che sembrano uscite da un manuale di burocratismo retrò. L’attuale Polizia Locale si comporta come un ibrido assurdo: impone ai suoi operatori doveri da poliziotto, ma li dota solo degli strumenti di un impiegato amministrativo. Così, nonostante le richieste crescenti di svolgere compiti comparabili a quelli delle altre Forze dell’Ordine, i vigili d’Italia restano armati di poco più che burocrazia e una carenza di risorse. Il dirigente delegato n. A.C. 1716 proposto al Parlamento dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha mostrato—anche se in punta di piedi—la volontà istituzionale di mantenere lo status quo, paventando perfino una riorganizzazione che, in pratica, ratifica l’odierno, inadeguato modello.

Alternative concrete

L’iniziativa del Comitato non vuole limitarsi a criticare, ma a proporre alternative concrete: l’accorpamento della Polizia Locale alle Forze dell’Ordine statali oppure la sostituzione con nuovi Corpi di Polizia Regionale, equiparati agli standard delle Forze dello Stato e organizzati in maniera più efficace. Si tratta di un appello rivolto non solo alle istituzioni, ma a tutti i cittadini stanchi di un sistema che rende l’ordine e la sicurezza un’eco lontana delle promesse elettorali.

I promotori invitano chiunque condivida la loro visione a informarsi, partecipare e far sentire la propria voce. Chiunque creda che la Polizia Locale debba evolversi o scomparire del tutto, può contattare il Comitato ai seguenti indirizzi: referendumpolizialocale@gmail.comref.pl@postecertifica.it oppure visitare il sito web referendumabrogativopolizialocale.eu.