Polveri sottili, a Roma non si respira. E Legambiente attacca la Raggi
Ancora superamenti nel livello delle polveri sottili presenti in città. Con le centraline gestite da Arpa Lazio che segnalano picchi di Co2 un po’ dovunque. A cominciare dal quadrante sud est dell’Urbe, tra via Tiburtina, via Prenestina e la Tuscolana. Fino ad arrivare a via Casilina. E se nei giorni tra il 21 e il 23 febbraio erano state cinque le colonnine a superare il picco dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria fissato come limite massimo dalla legge, il 25 febbraio nessun valore è stato regolare. Anche in zone che solitamente non sforano i livelli degli inquinanti presenti in atmosfera. Come Eur Fermi, e soprattutto Villa Ada. Con il rilevatore che in questo caso si trova proprio a due passi da un importante polmone verde cittadino. Cosa che ha allarmato ancora di più il segretario regionale di Legambiente Roberto Scacchi. Che ha puntato il dito contro le recenti politiche dell’amministrazione a cinque stelle. Dall’apertura dei varchi della ZTL al mancato potenziamento del trasporto pubblico. Per finire con i gravi ritardi nella realizzazione delle nuove piste ciclabili.
“Nella capitale da cinque giorni tutti respiriamo smog oltre i limiti – ha dichiarato Scacchi a repubblica.it. Ma dal Campidoglio arrivano solo risposte inutili. Come i blocchi ridicoli predisposti contro le poche aut9 fermate”. Una posizione molto dura insomma. Che sembra segnare una frattura profonda tra il mondo ambientalista e la sindaca Raggi.
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Tutte oltre i limi di legge le concentrazioni di polveri sottili rilevate a Roma
Le centraline gestite da Arpa Lazio per conto di Roma capitale in città sono ben 12. E il 25 febbraio tutte hanno rilevato una concentrazione di polveri sottili ampiamente superiori ai 50 milligrammi per metro cubo imposti dalla legge. Con picchi quasi doppi a Tiburtina, Prenestina, Eur Fermi e Malagrotta. Nonostante le domeniche ecologiche, il blocco delle auto più inquinanti e il covid. Che dovrebbe tenere più gente a casa. Ma la colpa secondo Legambiente Lazio e il suo presidente Roberto Scacchi starebbe proprio nelle mancate politiche dell’amministrazione capitolina. Che nonostante le dichiarazioni di circostanza, sulle politiche green sarebbe rimasta ferma al palo.
“Il picco di polveri sottili, chiaramente causato dall’enorme numero di auto private in circolazione in ogni angolo della città, ha ormai saturato tutta la capitale – ha accusato Scacchi. Basti pensare ai valori delle Pm10 anche nei parchi oltre che nelle centraline su strade a scorrimento. In questo drammatico periodo, bisognava potenziare il Tpl. Garantendo il distanziamento a bordo dei convogli e delle vetture, dando così la possibilità di lasciare a casa le auto. Invece abbiamo assistito e continuiamo ad assistere alla diminuzione del servizio Tpl. Ancora oggi ci sono stazioni di metro chiuse, tram sospesi, chilometri inutilizzati di binari. Per non parlare dell’ultima marcia indietro anche sulla realizzazione di ciclabili”.