Pomezia, autocertificazioni senza i carichi pendenti: decreto di condanna per i consiglieri Paloni e Salvitti

Condannati per aver presentato, al momento della loro elezione come consiglieri comunali, delle autocertificazioni mendaci. Dei documenti in cui, secondo quanto emerge dal decreto di condanna emesso nei giorni scorsi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri Dott.ssa Silvia Artuso, avrebbero attestato il falso, sottoscrivendo di non avere carichi pendenti.
E invece i due consiglieri comunali di Pomezia Sandro Paloni e Fabrizio Salvitti, rispettivamente capogruppo di Fratelli d’Italia e della Lega, i carichi pendenti li avrebbero avuti. Ma tenuti nascosti, almeno secondo quanto risulta dall’accusa.

Il verdetto del decreto
Ed ecco quindi che, dopo un iter processuale durato alcuni mesi, a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Pomezia, il giudice ha esaminato la richiesta del Pubblico Ministero, concordando riguardo la responsabilità degli imputati.
“Ritenuto che la pena richiesta dal P.M. è congrua in relazione all’art. 133 c.p. per la gravità del fatto, desunta dalla natura, dal tempo e dal modo della condotta e la personalità dei colpevoli”, si legge nel decreto di condanna, “Dichiara Paloni Sandro e Salvitti Fabrizio colpevoli dei reati loro rispettivamente ascritti e li condanna alla pena di euro 1.125,00 di multa ciascuno”.
Questo perché, si legge sempre nel documento, le dichiarazioni sostitutive di certificazione depositate presso comune di Pomezia “falsamente attestavano di non avere carichi pendenti e che è provata la responsabilità degli imputati, come dimostrano gli atti del fascicolo del Pubblico Ministero e in particolare la notizia di reato redatta dalla Guardia di Finanza”.
Tra multe e opposizioni
I due consiglieri possono ora decidere di pagare la multa in misura ridotta (900 euro), entro 15 giorni, accettando così quanto sancito dal giudice. Oppure presentare opposizione, sempre entro 15 giorni, chiedendo il giudizio immediato o il giudizio abbreviato.
Per quanto riguarda il leghista Fabrizio Salvitti, ha deciso di fare opposizione. Secondo lui si è trattato di “un mero fraintendimento”, che verrà chiarito in fase di giudizio. Il suo avvocato, Sergio Bellotti, ha presentato opposizione questa mattina alle 10. “Sono certo che verrà chiarito tutto”, conclude Salvitti.
Anche Paloni ha optato per l’opposizione, sostenendo che la dichiarazione sia frutto di un qui pro quo. Un malinteso dovuto a una virgola messa nel posto sbagliato nel testo dell’autocertificazione che avrebbe fatto capire male quali fossero le dichiarazioni da fare assolutamente e quali da poter tacere.
Cosa dice l’autocertificazione
Ma cosa riporta il testo dell’autocertificazione che hanno dovuto compilare e firmare i candidati consiglieri? Ecco la parte finale del testo: “Il sottoscritto dichiara altresì di non avere riportato condanne penali che comportino l’incapacità a contrattare con la Pubblica Amministrazione, di non avere carichi penali pendenti. Il sottoscritto si impegna a comunicare tempestivamente eventualmente variazioni del contenuto della presente dichiarazione e a rendere, se del caso, una nuova dichiarazione sostitutiva.
Nel corso dell’incarico l’interessato presenta annualmente una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di incompatibilità di cui al D.Lgs. 39/2013. La presente dichiarazione sarà pubblicata nel sito del Comune di Pomezia. Si ricorda inoltre che, ai sensi dell’art. 20, comma 5, del D. Lgs. 39/2013, ferma ogni altra responsabilità. la dichiarazione mendace, accertata dalla stessa amministrazione, nel rispetto del diritto di difesa e del contraddittorio dell’interessato, comporta la inconferibilità di qualsivoglia incarico di cui al presente decreto per un periodo di 5 anni.
Cosa succede ora?
Se i due consiglieri non avessero fatto opposizione, proprio per quello che si legge nell’autocertificazione, avrebbero rischiato “l’inconferibilità di qualsivoglia incarico di cui al presente decreto per un periodo di 5 anni”. Opponendosi al decreto del giudice, invece, si blocca tutto. Non c’è quindi nessuna decadenza né sospensione del mandato, almeno fino a quando i giudici non decideranno nuovamente.
Sarà quindi compito del Tribunale stabilire se, come ha già stabilito il GIP Dott.ssa Silvia Artuso i due consiglieri, sono colpevoli di dichiarazioni mendaci, o se qualcun altro li ha magari erroneamente indotti a questa grave mancanza.