Pomezia, lettera aperta di un genitore (tecnico) agli altri genitori: ‘Ecco cosa sta succedendo alla scuola Marone’
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta di un genitore, architetto e tecnico esperto, sull’imminente trasferimento degli studenti della scuola Marone di Pomezia da via della Tecnica all’edificio di via del Castelli Romani.
Ovviamente qualsiasi replica da parte dell’amministrazione sarà ben accetta e pubblicata altrettanto integralmente.
La lettera di Massimo Andreoli
Con questa lettera aperta mi rivolgo a tutti i Genitori della Scuola PV Marone e più in generale a tutti i Cittadini di Pomezia per segnalare quanto sta accadendo in relazione al previsto spostamento della nostra Scuola in una nuova sede temporanea al fine di consentire la ristrutturazione ed adeguamento sismico dell’attuale sede di via della Tecnica 2.
Come certamente saprete, tutto ha avuto inizio quando la precedente Amministrazione Comunale riuscì ad aggiudicarsi un bando PNRR per l’adeguamento sismico dell’edificio scolastico di via della Tecnica 2 senza però, al contempo, riuscire ad individuare una soluzione idonea per lo spostamento della Scuola in altra sede, spostamento necessario per consentire la realizzazione delle opere previste appunto dal progetto PNRR, per le quali si prevede una durata che impegnerà gli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026.
Il problema da risolvere
Successivamente, a seguito di nuove elezioni, è intervenuta l’attuale Amministrazione con a capo la Sindaca Veronica Felici, la quale si è ritrovata a dover risolvere questo problema non da poco.
Le dichiarazioni iniziali della Sindaca Felici prevedevano una soluzione che, tenendo conto della principale esigenza della Scuola di mantenere in una unica sede le 37 classi + uffici e servizi, considerava l’opportunità di ottimizzare il cospicuo investimento economico orientandosi non sul noleggio di prefabbricati scolastici ma piuttosto sull’acquisto di un immobile il quale, trascorsi i due anni scolastici, potesse rimanere nel patrimonio comunale.
Fin qui tutto condivisibile, se non fosse per il fatto che nelle varie soluzioni prospettate da questa Amministrazione, è sembrata manifestarsi progressivamente una sorta di “eterogenesi dei fini” per cui l’obiettivo iniziale di reperire una sede scolastica per la Scuola PV Marone sembra essersi trasformato, con il tempo, magari involontariamente, nel mezzo funzionale per l’acquisto di un immobile.
Questa apparente congettura si basa in realtà sull’analisi dei fatti che si sono succeduti in questi mesi, tutti documentati e che di seguito riepilogo.
Il Rudere I
Il primo immobile individuato da questa Amministrazione come sede temporanea per la Scuola PV Marone è l’edificio di via dei Castelli Romani 24, il cosiddetto Rudere I, il quale presentava fin dall’inizio diversi aspetti che hanno preoccupato molti dei Genitori interessati alla questione.
In particolare le perplessità riguardavano:
La posizione dell’edificio prescelto ricadente in zona industriale, condizione questa che impediva la necessaria ed agevole accessibilità pedonale all’edificio.
La mancanza di un parcheggio o area di manovra per i Genitori che hanno l’esigenza di condurre i propri figli a scuola con l’auto, carenza confermata anche dalla mancata concessione in uso al Comune del vicino parcheggio del condominio grattacielo – bricofer.
La ridotta accessibilità anche per i mezzi di soccorso che avrebbero eventualmente dovuto utilizzare l’unica stretta stradina di accesso all’edificio la quale spesso risultava impegnata dalla sosta di altri mezzi. L’incompatibilità della posizione rispetto al Piano di Emergenza Comunale il quale non prevede in quella zona alcuna area di raccolta che sarebbe invece necessaria in caso di eventi dannosi. La ridotta sicurezza strutturale, che lo stato di degrado in cui versava l’edificio lasciava ad intendere.
Riguardo quest’ultimo punto, è utile evidenziare che l’edificio in parola è stato costruito tra il 1990 ed il 2000, cioè prima del 2003, anno in cui Pomezia è stata classificata come zona sismica, da cui il legittimo sospetto che lo stesso edificio, molto probabilmente, sia sprovvisto delle caratteristiche di resistenza sismica richieste per gli edifici scolastici.
A tale proposito il dirigente del V Settore – Lavori Pubblici del Comune di Pomezia, fin dall’inizio ha sostenuto che l’edificio in questione sarebbe stato oggetto di un miglioramento sismico salvo poi ricredersi, in sede di Consiglio di Istituto, su pressione del sottoscritto, circa la necessità di effettuare un intervento di adeguamento sismico così come prevede la normativa vigente NTC18.
L’adeguamento sismico, rispetto al miglioramento sismico, comporta maggiori opere e quindi maggiori spese, spese che probabilmente non sono state considerate nella fase iniziale della trattativa di compravendita dell’edificio.
Le spese a confronto
Se si considera infatti che l’attuale sede scolastica di via della Tecnica 2 e l’edificio di via dei Castelli Romani 24 hanno circa la stessa superficie, dovendo accogliere lo stesso numero di locali scolastici, e se si considera che per l’edificio di via della Tecnica 2 è stata prevista una spesa per le sole opere di adeguamento sismico pari a circa 5,4 ML€ , si capisce immediatamente che la spesa non sembra commisurata al prezzo di vendita concordato per il Rudere I, pari a circa 6 ML€.
Se poi volessimo considerare anche tutte le altre opere che si sarebbero dovute realizzare per trasformare il Rudere I in una sede scolastica (tramezzi, infissi, scala esterna, impianti, etc etc) si sarebbe facilmente arrivati ad un costo di ristrutturazione ed adeguamento sismico pari a 8/9 ML€, cioè addirittura maggiore del prezzo di vendita.
Queste semplici considerazioni, svolte da noi Genitori, di certo non possono essere sfuggite alla Sindaca Felici che appunto aveva mostrato fin dalle prime battute una particolare attenzione agli aspetti economici di questa operazione.
Eppure, malgrado ciò, l’Amministrazione da Lei presieduta ha provato fino alla fine ad acquistare questo immobile, pur sapendo che le risorse economiche disponibili non avrebbero probabilmente consentito di garantire la sicurezza dell’edificio per un uso scolastico.
Questa mancanza di sensibilità rispetto al tema della sicurezza, che è stata avvertita da molti di noi, ha certamente contribuito ad incrinare il rapporto tra la stessa Sindaca ed i Genitori, alimentando appunto quella parvenza di “eterogenesi dei fini” per cui è sembrato che l’Amministrazione fosse più concentrata a perfezionare l’acquisto dell’immobile piuttosto che a preoccuparsi della sicurezza degli Studenti.
La proposta alternativa dei genitori
Ciò non di meno, con spirito costruttivo, noi Genitori abbiamo pensato ad una proposta alternativa che potesse rispondere all’esigenza di mantenere unite le 37 classi della Scuola ed anche soddisfare le iniziali buone intenzioni della Sindaca Felici di non disperdere denaro pubblico in noleggi ma impegnare l’investimento in qualcosa che possa rimanere a patrimonio.
Questa proposta, che io stesso come Architetto ho elaborato gratuitamente partendo da una ipotesi della precedente Amministrazione, è stata presentata dapprima al Dirigente Scolastico Stefano Colucci e poi alla Sindaca Felici ed al Dirigente ing. Curci in sede di un Consiglio di Istituto tenutosi per lo scopo in data 15/01/2024.
La soluzione prevedeva la costruzione di un nuovo edificio ad un solo piano, con tecnologia prefabbricata antisismica in cemento armato, perfettamente rispondente alla normativa antincendio, da realizzarsi nella zona ricompresa tra via Borsellino e via Copernico, zona già individuata dalla precedente Amministrazione, per un costo stimato di circa 4.5 ML e tempi di costruzione stimati in circa 6 mesi per cui perfettamente compatibili con l’inizio delle lezioni di settembre 2024.
In occasione di quel Consiglio di Istituto la Sindaca Felici promise che qualora l’acquisto del Rudere I non fosse andato in porto avrebbe preso in seria considerazione questa nostra soluzione.
Ebbene l’acquisto del Rudere I non si è perfezionato ma la Sindaca ha ritenuto di non considerare la nostra proposta, orientandosi piuttosto verso la ricerca di un secondo immobile da acquistare.
Anche questa scelta ha lasciato perplessi molti Genitori che ancora oggi si interrogano sui motivi che hanno spinto la Sindaca Felici a continuare, ostinatamente, una ricerca di mercato quando aveva a disposizione una soluzione gratuita già pronta, sostanzialmente condivisa dalla Scuola e che risolveva tutti i problemi di sicurezza addirittura riducendo i costi. Peraltro quell’edificio sarebbe rimasto come risorsa fruibile dalla Cittadinanza al centro della Città.
In ogni caso la Sindaca Felici ha deciso diversamente, come è nelle Sue facoltà, per cui la ricerca si è protratta per qualche altro mese fino all’individuazione di un secondo edificio.
Il “Rudere II”
Arriviamo quindi al cosidetto Rudere II e cioè l’edificio di via dei Castelli Romani 2 del quale l’Amministrazione avrebbe acquistato il piano secondo e terzo da destinare inizialmente a sede scolastica e successivamente ad uffici comunali.
Purtroppo anche questa soluzione ha suscitato non poche perplessità tra i Genitori più attenti, perplessità che riguardano, anche in questo caso, la sicurezza dei nostri Ragazzi.
Il primo aspetto che ci ha preoccupato riguarda la sicurezza strutturale.
A tal proposito vorrei precisare che il ricorrere della preoccupazione circa la sicurezza strutturale non è frutto di fobie genitoriali ma piuttosto nasce dalla consapevolezza dell’impossibilità di reperire a Pomezia un immobile di idonee dimensioni per accogliere la Scuola PV Marone e che sia stato realizzato dopo il 2003, cioè realizzato con criteri antisismici così come richiesto appunto per le scuole.
Di contro invece, assistiamo al paradosso per cui la Sindaca Felici, per consentire l’esecuzione delle opere di adeguamento sismico nell’attuale sede scolastica di via della Tecnica 2, ricerca soluzioni che contengono esse stesse il medesimo problema di adeguamento sismico.
Ad ogni modo, tornando al merito della questione, questo edificio di via dei Castelli Romani 2 è stato edificato nel 1969, cioè quando gli edifici venivano costruiti in base a semplici criteri di sicurezza statica. Come detto, nel 2003, con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, Pomezia veniva riclassificata come zona sismica 2B, con conseguente obbligo di redigere i progetti in funzione della normativa tecnica antisismica. La definizione per questa tipologia di zona sismica è la seguente: “Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti.”. Definizione non molto rassicurante direi…
La citata ordinanza OPCM 3274/2003, che come molti ricorderanno, fu emanata in occasione del crollo di una Scuola a San Giuliano di Puglia dove persero la vita 27 bambini ed un’insegnante, prevede tra le altre cose l’obbligo per i proprietari di immobili rilevanti ai fini della sicurezza, come sono ad esempio le scuole ed i centri commerciali, di effettuare una Verifica Tecnica con cui è possibile verificare l’effettivo livello di sicurezza di un edificio esistente in zona sismica.
Tale Verifica Tecnica, come ha anche confermato il Genio Civile della Regione Lazio rispondendo ad un mio preciso quesito, è obbligatoria per legge e deve essere effettuata a prescindere dagli esiti che potrà dare. Questa obbligatorietà ha infatti come obiettivo la mappatura del rischio sismico così da renderne consapevoli gli Amministratori Locali ed anche i Cittadini.
Abbiamo quindi richiesto che venisse effettuata tale Verifica Tecnica al dirigente il quale, in sede pubblica cioè in Consiglio Comunale, ha risposto che tale obbligo di legge è oggetto di proroga per cui la Verifica Tecnica non sarebbe stata effettuata.
Questa risposta a nostro avviso è molto grave, innanzitutto perché non esiste alcuna proroga attualmente in vigore per tale obbligo di legge, ed il dirigente del V Settore – Lavori Pubblici di un comune importante come Pomezia non può non esserne a conoscenza, ma è ancora più grave perché, anche qualora esistesse una proroga, nulla impedirebbe al Dirigente di dare un incarico ad un professionista per poter effettuare tale Verifica Tecnica che consentirebbe a Tutti di conoscere le reali condizioni di sicurezza dell’edificio in cui si intende posizionare una intera scolaresca.
Ma ciò non basta, perché avuta notizia da parte del sottoscritto che non esiste alcuna proroga vigente, il dirigente ha ritenuto di mantenere il diniego ad effettuare la Verifica Tecnica adducendo una nuova motivazione per cui effettuare la Verifica Tecnica sarebbe stato inutile, ancorché obbligatorio, perché la normativa non imporrebbe alcun intervento anche in presenza di esito negativo.
Questa seconda presa di posizione da parte del dirigente appare ancora più grave della prima in quanto, al di là del merito tecnico su cui si potrebbe discutere lungamente, esplicita chiaramente la considerazione che questa Amministrazione ha nei confronti della sicurezza dei propri Cittadini, per cui si ritiene inutile verificare se un edificio,
predisposto ex-novo per uso scolastico, sia realmente sicuro perché in ogni caso nessun intervento si intende effettuare.
C’è però anche da dire che queste prese di posizione da parte del dirigente non possono prescindere da un preciso indirizzo politico dettato dalla Sindaca Felici in ragione del quale si sceglie di sottovalutare alcuni obblighi di legge, si sceglie di ignorare le richieste di chiarimenti da parte di Genitori preoccupati e si sceglie deliberatamente di accettare eventuali rischi a cui potrebbero essere eventualmente esposti 750 Studenti.
Tutto ciò è a mio avviso quanto di più lontano si possa immaginare da un’ETICA che dovrebbe regolare l’azione Amministrativa.
Procedendo con l’analisi vi è un altro argomento che ci preoccupa forse più del tema della sicurezza strutturale è cioè la sicurezza antincendio.
Come è noto infatti l’edificio di via dei Castelli Romani 2 contiene un Centro Commerciale al piano interrato e piano terra oltre ad una palestra al piano primo. La Scuola, come detto, dovrebbe essere posizionata ai piani secondo e terzo.
Chiunque acceda al Centro Commerciale potrà rendersi conto del notevole carico di incendio presente, soprattutto al piano interrato, condizione questa che determina evidentemente un elevato pericolo di incendio il quale, ancorché non direttamente presente ai piani destinati a sede scolastica, incide certamente sulla sicurezza dell’intero edificio e quindi anche della Scuola.
Sempre in tema di sicurezza antincendio, esiste ancora un’altra problematica a nostro avviso connessa con il sistema di esodo e cioè le vie di fuga che dovrebbero percorrere i nostri Ragazzi per evacuare l’edificio in caso di emergenza.
La normativa antincendio prevede un percorso massimo di percorrenza per l’esodo pari a 60 mt oltre il quale si ipotizza che la persona in fuga possa essere interessata dagli effetti dell’incendio o del crollo.
Dalle notizie in nostro possesso, considerando le due scale che sono state dichiarate ad uso esclusivo della Scuola, sembrerebbe che il percorso massimo effettivo che dovrà percorrere la scolaresca sia pari a circa 70 m fino alle due scale e quindi ancora altri 75 m per arrivare a terra nel piazzale esterno cioè in luogo sicuro, per un percorso totale pari a più del doppio consentito.
A tal proposito abbiamo appreso la notizia di un incarico che il Dirigente avrebbe commissionato ad un professionista esterno in data 06/08/2024 per la redazione di un progetto antincendio da presentare ai VVF.
Il procedimento così attivato, ancorché tardivo, prevede l’approvazione da parte dei VVF del progetto, l’esecuzione delle opere e quindi la presentazione della SCIA cioè la Segnalazione Certificata di Inizio Attività che, ai sensi dell’art. 4 del DPR 151/2011, è l’atto propedeutico irrinunciabile per poter iniziare una qualsiasi attività soggetta al controllo dei VVF, tanto più se si tratta di una Scuola classificata in classe 67/4/C, cioè con il massimo rischio incendio.
Da ciò, considerando i ragionevoli tempi necessari per effettuare le attività professionali e di istruttoria da parte dei VVF ed anche per la realizzazione delle opere, non si può che esprimere una forte perplessità riguardo alla possibilità che l’ingresso della scolaresca nella nuova sede scolastica di via dei Castelli Romani 2 possa avvenire, appunto, a seguito della presentazione della SCIA.
Sottolineo nel merito che la SCIA è considerata dal legislatore come atto tanto importante da prevedere, per il relativo inadempimento, il reato penale di cui all’art. 20 del D. Lgs. 139/2006.
Ad oggi non abbiamo notizie dell’avvenuta presentazione di questa SCIA anzi, sembrerebbe che alcuni lavori all’interno continueranno anche dopo l’inizio delle lezioni per cui tutto si complica ulteriormente.
La risposta del dirigente scolastico
A fronte di tale condizione di indeterminatezza abbiamo chiesto al Dirigente Scolastico Stefano Colucci di avere un aggiornamento sulla situazione, il quale ci ha risposta il giorno 6/9/2024 con la seguente mail che, come Rappresentante dei Genitori, condivido con Voi integralmente:
“Gentili consiglieri, buonasera.
Come anticipato con circolare 230 del 29 agosto e confermato oggi con circ. 10, ci spostiamo tutti l’11 settembre. Il trasloco è in corso in queste ore.
Le classi della Marone ospitate al piano secondo sono 23 (prime e seconde); quelle al piano terzo 12 (classi terze).
Al piano terzo sono disponibili spazi per laboratorio multimediale, musicale, artistico e scientifico (in corso di trasloco).
Al piano secondo c’è un ampio spazio di circa 140 mq coperti utilizzabile per attività ginnica; al piano terzo c’è un’aula di 100 mq riservata all’attività motoria; le due ampie chiostrine possono essere utilizzate per semplici attività all’aperto (ping pong, badminton); l’area antistante la Scuola, recintata e asfaltata, ospiterà un campo di pallavolo (come nel cortile attuale della Marone).
Sia al primo che al secondo piano è presente un’aula dedicata all’inclusione. Al terzo piano c’è una sala professori. Si sta completando l’allestimento dell’infrastruttura di rete che richiederà qualche giorno in più per la necessità di garantire il contemporaneo funzionamento della segreteria di via della tecnica ancora per circa una settimana.
Ulteriori ragguagli saranno dati in CdI. Al momento non è possibile un sopralluogo perché l’edificio non è stato ancora ufficialmente consegnato.
Si testimonia, per quanto osservato con continuità, il lavoro instancabile in questi due mesi, e ancora in queste ore, di tecnici e maestranze per completare l’opera rendendola disponibile per gli usi previsti.
Si saluta cordialmente, DS Stefano Colucci”
E la sicurezza?
Apprendiamo quindi dal Dirigente Scolastico che sembrano esistere tutti i necessari spazi per le attività didattiche e ginniche, ma purtroppo nulla sulle condizioni di sicurezza. Questo silenzio non fa altro che aumentare le nostre preoccupazioni. Altri aspetti poco chiari, che hanno generato ulteriori perplessità, riguardano le finestre e le porte vetrate che dovrebbero avere vetri di sicurezza e l’apertura delle finestre che appare eccessivamente limitata e non compatibile con una efficiente areazione naturale delle aule.
Per finire, sembrerebbe che ai due piani dove dovranno essere collocati gli Studenti sia preesistente una pavimentazione in materiale sintetico che parzialmente sarà sostituita.
A tale proposito abbiamo richiesto di verificare se tale pavimentazione potesse ricadere nelle tipologie contenenti amianto molto in uso negli anni ’70, cioè proprio al tempo della costruzione di questo edificio. Anche per questo aspetto così importante nessuna rassicurazione ricevuta.
Per tutti questi aspetti ho personalmente presentato precisi esposti via PEC:
- al CNVVF in data 12/07/2024
- alla ASL in data 19/08/2024
Inoltre ho informato compiutamente e tempestivamente il Dirigente Scolastico Stefano Colucci, l’RSPP della Scuola ing. Di Puorto e tutto il Consiglio di Istituto circa i possibili rischi connessi con il trasferimento della Scuola PV Marone.
Il danno eventuale
Come si intuisce quindi, sono tanti i motivi che ci inducono a parlare di “eterogenesi dei fini”, perché sembra ormai evidente che attualmente l’obiettivo prioritario per questa Amministrazione sia divenuto quello di acquistare a tutti i costi questo immobile dove trasferire la Scuola PV Marone, anche se non si ha la certezza che sia propriamente idoneo per questo scopo.
Aggiungo, a conferma di ciò, che il procedimento sembra oramai irreversibile a meno di non incorrere in eventuali danni che sono stati potenzialmente innescati fino a questo momento.
Mi riferisco al caso in cui si ritardasse ulteriormente lo spostamento della Scuola PV Marone con conseguente ulteriore ritardo dell’inizio dei lavori PNRR nella sede di via della Tecnica 2 e quindi possibile perdita del contributo.
A questo danno si potrebbero aggiungere a cascata ulteriori danni economici anche considerando che i lavori in via della Tecnica 2 sono già stati appaltati per un importo totale di circa 8.5 ML di €, per cui un annullamento dell’intervento edilizio potrebbe comportare un ricorso legale con conseguente richiesta milionaria di risarcimento per mancato guadagno.
A ciò si aggiungerebbe il danno sociale per non essere riusciti a rimodernare la sede scolastica di via della Tecnica 2, che rimarrebbe quindi nelle condizioni fatiscenti in cui si trova attualmente.
Per ultimo ci sarebbe il danno di politico per cui l’attuale Amministrazione dovrebbe ammettere di aver fallito nella gestione di questa storia.
Tutti motivi questi che rischiano di porre la sicurezza dei nostri Figli in secondo piano, per cui l’11 settembre la Scuola PV Marone si trasferirà all’interno di un edificio del quale non è dato di sapere se sia un edificio sicuro oppure no.
Questo è in breve sintesi quello che sta accadendo a Pomezia.
Ho voluto scrivere questa lettera aperta per rompere questo silenzio a favore di tutti i Genitori che ogni giorno fanno scelte per i propri Figli secondo coscienza, ma la coscienza non può prescindere dalla conoscenza, conoscenza che oggi ci viene negata.
Massimo Andreoli, Rappresentante dei Genitori in Consiglio di Istituto IC via della Tecnica 2 – Pomezia