Pomezia, “panchina tricolore” in onore a Norma Cossetto, ai Martiri delle Foibe, agli Esuli Istriani, Fiumani, Giuliani e Dalmati
A Pomezia arriva la “Panchina del ricordo”. Con i colori della bandiera italiana, è stata installata ieri presso il Parco delle Rimembranze, al centro della città. L’iniziativa, voluta dall’amministrazione Comunale in collaborazione con il Comitato Dieci Febbraio, rende omaggio alle vittime delle foibe e agli esuli istriani, fiumani, dalmati e giuliani, eventi drammatici che hanno segnato profondamente la storia del confine orientale italiano.
La cerimonia di inaugurazione, avvenuta presso il Parco delle Rimembranze, ha visto la partecipazione di personalità istituzionali e rappresentanti delle associazioni legate al ricordo di questi tragici eventi, tra cui il Sindaco Veronica Felici e il Presidente del Comitato Dieci Febbraio, Alessandra Duma. La presenza di Antonio Ballarin, già Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per mantenere viva la memoria collettiva.
La targa sulla panchina, dipinta con i colori della bandiera italiana, recita una dedica toccante: “A Norma Cossetto, ai Martiri delle Foibe, agli Esuli Istriani, Fiumani, Giuliani e Dalmati”, ricordando simbolicamente le vite spezzate e le comunità sradicate. Un simbolo che invita i cittadini a riflettere sul passato, favorendo una maggiore consapevolezza storica e il rispetto per tutte le vittime di quelle tragedie.
“Si tratta di un’iniziativa che assume un ruolo educativo fondamentale – commenta Alessandra Duma – soprattutto per le nuove generazioni, contribuendo a mantenere viva la memoria di una pagina spesso trascurata della storia italiana”.
I Martiri delle Foibe
Secondo le fonti più accreditate le vittime furono almeno 5mila, ma alcuni storici parlano di oltre diecimila persone uccise barbaramente. I nemici erano gli italiani che abitavano quelle terre, non solo fascisti, ma tutti coloro che volevano difendere la comunità italiana. Le violenze non risparmiarono nessuno, furono uccisi infatti membri del comitato di liberazione nazionale, tutti coloro che erano contro il suo progetto di annessione di quei territori. Nelle foibe vennero quindi gettati indistintamente uomini, donne, anziani e bambini senza alcuna distinzione religiosa o politica.
“Molto c’è ancora da fare – conclude Alessandra Duma, referente del comitato 10 febbraio – Come comitato non smetteremo mai di ricorda Norma Cossetto, giovane studentessa istriana, seviziata e uccisa nel 1943 dai partigiani di Tito”.