Pomezia, protesta degli studenti del Pablo Picasso: “La scuola cade a pezzi, vogliamo sicurezza e ascolto”

Un edificio che cade letteralmente a pezzi e una situazione sempre più insostenibile. È questo il grido d’allarme lanciato dagli studenti dell’Istituto Pablo Picasso di Pomezia, che questa mattina sono scesi in strada per denunciare le gravi criticità strutturali della loro scuola. Una protesta pacifica ma determinata, che ha coinvolto decine di giovani, stanchi di dover frequentare le lezioni in ambienti fatiscenti e pericolosi.
Il corteo studentesco ha attraversato le vie della città fino a piazza Indipendenza, dove i ragazzi hanno esposto striscioni, sventolato cartelli e usato megafoni per far sentire la propria voce. Tra gli slogan più ripetuti: “Bagni e aule con muffa, siamo stufi!” e “In palestra è caduto un pezzo di muro, è inaccettabile!”. Gli studenti hanno raccontato episodi gravi, come la caduta di calcinacci dal soffitto in aula e in palestra, dove una ragazza sarebbe rimasta coinvolta nel crollo di parte dell’intonaco.

Una scuola tra muffa e pericoli
I ragazzi denunciano una situazione di degrado quotidiano: muffa nei bagni e nelle aule, polvere bianca che cade dai soffitti, strutture logorate dal tempo e interventi che si limitano alla manutenzione ordinaria, insufficienti a garantire un ambiente sicuro e dignitoso. “Non ci sentiamo ascoltati – hanno spiegato durante la manifestazione – e la nostra sicurezza viene messa costantemente a rischio. Chiediamo interventi urgenti e un vero piano di ristrutturazione”.
A garantire l’ordine pubblico durante la manifestazione c’erano gli agenti della polizia locale e i carabinieri, che hanno accompagnato gli studenti fino alla piazza. Lì, una delegazione scolastica ha incontrato il sindaco di Pomezia, Veronica Felici, per portare direttamente al Comune le preoccupazioni degli studenti e chiedere un impegno concreto.
Verso un tavolo di confronto con la Città Metropolitana
Dal confronto con il primo cittadino è emersa la volontà di aprire un tavolo di discussione che coinvolga la Città Metropolitana di Roma Capitale, ente competente per l’edilizia scolastica, insieme ai rappresentanti degli studenti, dei genitori e della dirigenza scolastica. L’obiettivo è trovare soluzioni rapide ed efficaci per garantire agli alunni del Pablo Picasso un edificio sicuro e accogliente.
“È un segnale importante quello lanciato oggi dagli studenti – ha commentato Felici –. È nostro dovere ascoltarli e fare squadra per garantire il diritto allo studio in condizioni dignitose”.
Il grido degli studenti: “Vogliamo una scuola che non faccia paura”
La manifestazione odierna non è solo una denuncia, ma un appello al futuro. I giovani del Pablo Picasso chiedono una scuola che non faccia paura, dove sia possibile studiare e crescere senza il timore che un pezzo di muro possa crollare all’improvviso. Una scuola che non li esponga a rischi, ma che li accolga e li tuteli. Il loro messaggio è chiaro: la sicurezza scolastica è un diritto, non un favore. Ora l’attenzione si sposta sul tavolo di confronto annunciato. Ma gli studenti promettono di non abbassare la voce finché non arriveranno risposte e, soprattutto, interventi concreti.