Pomezia, sicurezza antincendio nella nuova sede della scuola Marone: ecco i punti critici
Dopo le numerose polemiche scaturite a Pomezia in merito al trasferimento degli studenti della scuola Marone nella nuova sede di via dei Castelli Romani 2, un’analisi più approfondita sulla sicurezza dell’edificio è stata condotta dal rappresentante dei genitori, l’architetto Massimo Andreoli. Nel suo rapporto dettagliato, emergono diverse criticità legate alla sicurezza antincendio della struttura. Ecco i principali aspetti che l’architetto ha relazionato agli altri genitori.
“Voglio precisare – spiega Andreoli – che lo scopo di questa relazione non è quello di creare allarmismo, ma solo di condividere tra i genitori e i cittadini le informazioni che riguardano la salute e la sicurezza dei nostri figli”.
Reazione al fuoco non certificata
Un primo punto riguarda la pavimentazione sintetica al terzo piano e in alcune scale, che – secondo quanto riportato dalla relazione – non risulterebbe conforme alla classe GM2, come richiesto dalle norme antincendio.
Resistenza al fuoco delle strutture e dei solai
Un altro problema rilevante è la resistenza al fuoco dei pilastri dell’edificio, che sarebbe di soli 30 minuti, mentre la normativa prevede una resistenza minima di 60 minuti. Anche i solai non sarebbero, sempre secondo quanto riportato dalla relazione presentata da Andreoli ai genitori, esenti da irregolarità: la parte che separa la scuola dalla palestra è certificata solo per due terzi, mentre la rimanente è coperta da un controsoffitto privo di certificazione antincendio.
Filtri a prova di fumo assenti o inadeguati
Un aspetto particolarmente che preoccupa Andreoli è la mancanza di filtri a prova di fumo nelle scale A e B, così come l’inadeguatezza di quelli presenti nelle scale C e D, dove non sembrano essere presenti le aperture permanenti di ventilazione necessarie.
Uscite di sicurezza e compartimentazioni inefficaci
Anche le uscite di sicurezza mostrano criticità, secondo la relazione stilata da Andreoli: lo sbarco della scala D si trova vicino a griglie di aerazione che collegano il piano interrato, adiacente a un magazzino ad alto rischio incendio. Inoltre, le compartimentazioni antincendio sarebbero prive della fascia protettiva di 1 metro lungo la facciata esterna, il che potrebbe facilitare la propagazione delle fiamme.
Spazio calmo non sicuro
Infine lo spazio calmo, riservato ai soggetti non deambulanti in attesa dei soccorsi, risulterebbe compromesso a causa della mancata protezione della facciata, aumentando i rischi in caso di incendio.
Un’ulteriore fonte di rischio deriverebbe dalla presenza di comunicazioni tra la scuola (piani secondo e terzo) e la palestra (primo piano). Secondo la normativa, tali comunicazioni sono ammesse solo in casi di “necessità funzionale”, che attualmente non risulta giustificata.
“Nonostante l’anno scolastico sia iniziato nella nuova sede il 16 settembre 2024, in seguito alla presentazione di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che attestava la conformità dell’edificio alle norme antincendio, i dubbi sulla sicurezza restano”, afferma Andreoli.
I genitori, rappresentati tra gli altri proprio dall’architetto Andreoli, attendono ora l’esito dei controlli da parte dei funzionari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Questa relazione getta luce su aspetti cruciali che, pur non volendo creare allarmismo, devono essere presi in considerazione per garantire la sicurezza degli studenti e del personale scolastico.