Tutti muti. E solo Porro reagisce allo stop a Giletti
Fa riflettere per davvero la lezione di comportamento di Nicola Porro al giornalismo nazionale sul caso di Massimo Giletti, che ha visto chiuso d’imperio il suo programma su La7.
Probabilmente Massimo – come lo chiamano col suo nome proprio i telespettatori più affezionati a conferma di una popolarità indiscutibile – ha toccato tasti delicati. Che però l’editore Urbano Cairo – che pure sembra attento a lasciare libertà ai suoi giornalisti di punta – non ha offerto spiegazioni.
Solo Porro difende Giletti
Si sono tirate in ballo persino le inchieste sulla mafia, che semmai sarebbero un motivo in più per andare avanti e non per fermarsi. Poi, la “trattativa” con la Rai, senza offrire nulla di più che non le voci, peraltro smentite da viale Mazzini.
Resta dunque un mistero. E questo alimenta la tesi suggestiva sia in video che sul sito di Porro sul caso Giletti. Cosa sarebbe successo se avessero chiuso d’imperio la trasmissione di Formigli, di Damilano o della Gruber? Come avrebbero reagito i giornali italiani? La “rete di protezione” che sarebbe scattata per chiunque, in questo caso è rimasta nel cassetto.Non è certo insorta la federazione della stampa, il sindacato dei giornalisti: tutti muti, nessun segnale di solidarietà al popolare conduttore tv.
La stessa politica – con la solitaria eccezione di Matteo Salvini – se ne è stata silente. Forse conviene non avere in mezzo un giornalista che se deve fare una domanda non le manda a dire.
Ci vuole chiarezza
Questa di Giletti costretto al silenzio è una pagina triste, non degna di una democrazia. Perché dagli schermi tv si attaccano tutti, ma se chiudi l’unica trasmissione che oggi prende di petto per davvero i padrini di Cosa nostra e i loro sodali, non devi poter parlare più.
Urbano Cairo è conosciuto come persona perbene, e farebbe un’opera di verità se chiarisse che cosa è accaduto di così irreparabile. Perché giornalisti come Giletti servono, eccome se servono. Alla notizia.
Finora Cairo si è limitato a dire che “Giletti ha condotto in 6 anni 194 puntate di “Non è l’Arena” dove ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto inclusi quelli relativi alla Mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare. Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere”. Ma non può essere solo una ragione di concorrenza…
https://youtu.be/vE-mirtyvMY