Porto commerciale a Fiumicino, Tavoli di Porto: “Sì ai pescherecci, no alle navi da crociera”
Un’opera attesa da più di 10 anni che porterà sviluppo e lavoro. Con queste parole il Ministro Matteo Salvini in via Torre Clementina a Fiumicino ha inaugurato la posa della prima pietra del nuovo porto commerciale insieme al sindaco Mario Baccini, al presidente dell’Autorità di sistema portuale, Pino Musolino, il vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli e tutta la giunta comunale.
Un’opera edilizia fondamentale per la città di Fiumicino
Un progetto che include una nuova darsena e soprattutto una mega diga che avrà lo scopo di salvare il porto dal rischio, sempre maggiore, di mareggiate. Un’opera edilizia fondamentale per la città, destinata a cambiare il futuro dell’intera area portuale con un progetto che includerà una nuova darsena ma anche una diga sopraflutto accanto al posteggio che avrà lo scopo di salvare il porto dal rischio di mareggiate sempre più frequenti in tutta la costa.
Investimento della Comunità europea di circa 43milioni di euro
Un investimento della Comunità europea di circa 43milioni di euro che sarà in grado di accogliere 82 unità navali degli operatori della pesca e dei servizi. Nella banchina del molo, verranno realizzati 58 ormeggi: 26 saranno dedicati ai pescherecci, 13 per la piccola pesca e 15 per le turbosoffianti. Per dare vita all’infrastruttura portuale di Fiumicino, inoltre, è stato messo a disposizione anche un finanziamento di circa 350 milioni di euro cofinanziati dalla Banca Europea per gli Investimenti con una parziale copertura garantita dall’istituzione.
Tavoli di Porto: Sì al Porto Peschereccio, no ai moli per le grandi navi da crociera
Sull’argomento si sono pronunciati associazioni e singoli cittadini che hanno dato vita al Coordinamento “I Tavoli del Porto” che hanno sempre ritenuto necessaria una sistemazione sicura per i pescherecci, forze dell’ordine e mezzi di soccorso a mare che operano da anni in una condizione di insicurezza nell’attuale porto canale.
“Diciamo quindi sì al Porto Peschereccio e alla Darsena Servizi perché risponde ad un bisogno di sicurezza degli operatori marittimi e quindi ad una reale necessità del territorio – commentano – Allo stesso tempo diciamo no al secondo e terzo lotto di questo porto cioè ai moli per le grandi navi da crociera e le navi ro-ro (traghetti e porta container)”.
“Ci opponiamo – proseguono – a queste funzioni per le stesse ragioni per cui siamo contrari al progetto previsto al Faro: necessità di imponenti dragaggi e conseguente devastazione dell’ecosistema marino ed aumento dell’erosione costiera, mancanza di strutture logistiche per il traffico indotto, inquinamento acustico e dell’aria con gravi conseguenze sulla qualità della vita e la salute delle persone e sull’economia locale basata sul turismo di prossimità”.
Le richieste
“Chiediamo all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale di rivedere il Masterplan approvato con il Piano Regolatore Portuale – aggiungono I Tavoli di Porto – per ridurne l’impatto sul territorio e l’aggetto a mare, rimodulare le destinazioni d’uso per metterlo al servizio della pesca, dei mezzi di soccorso e emergenza ambientale, delle forze dell’ordine e della cantieristica nautica locale, al fine di favorire insediamenti produttivi in aree idonee liberando spazi per la città in aree di pregio urbano (darsena) e ambientale (fossa traianea). Con l’inizio dei lavori di quest’opera (in realtà il cantiere è aperto da mesi ma ora siamo in campagna elettorale) si concretizza ciò che molti cittadini non avevano chiaro, cioè che i porti che si vogliono realizzare sono ben due, a meno di due chilometri di distanza l’uno dall’altro.
Nello stesso tempo – concludono dai comitati – si palesa anche la grande contraddizione dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Baccini che da un lato esalta la realizzazione di un porto dello Stato e dall’altro favorisce un progetto, quello della Fiumicino Waterfront, di un fondo di investimento straniero, che si pone in aperta competizione con la portualità pubblica, vanificando gli investimenti statali. Alla faccia della sovranità nazionale insomma!”.