Quel pranzo con Fini significa che a destra il rispetto resta un valore
Il miglior commento a quel pranzo con Gianfranco Fini è stato: “C’è chi parla tanto senza dire nulla. E chi fa notizia senza parlare”. E in effetti quell’incontro che ho avuto con un leader che per oltre trent’anni ha guidato la destra dalle sue organizzazioni giovanili ha provocato un insolito rumore.
A pranzo con Fini sono stato in un ristorante abbastanza conosciuto a Roma nord, Arturo in via Aurelia Antica. È bastato un eccellente ed enorme antipasto di pesce, innaffiato con buon vino, a saziarci. E poi tante cose che ci siamo detti.
A pranzo con Fini
Tranquillizzo chi teme un “rieccoli”. Non ci sono piani di battaglia all’orizzonte, semplicemente il diritto di frequentarsi. Chi ha criticato ha parlato degli errori di Fini. Altri possono parlare dei miei. Fatto sta che quella storia di destra resta incancellabile per una comunità.
Poi, certo, l’incantesimo si è dissolto, perché le stagioni passano per tutti. Oggi gli elettori di destra guardano in due direzioni, principalmente: Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Che non hanno come competitore principale la corazzata televisiva rappresentata dal Berlusconi degli anni ruggenti.
Ma con quella politica la destra italiana è andata al governo dell’Italia, non bisogna dimenticarlo mai. Il resto conta nella memoria di ciascuno per come lo si è vissuto. Ma guai a mettersi in cattedra.
“Ah, se fosse stato buono”
In tanti dicono: ah, se Fini fosse stato buono… In piccolo lo hanno detto anche a me quando uscii da An proprio contro Fini. Lo criticai quando era potente, non feci come chi lo adulava per ricevere prebende. E certo nessuno di noi due cambia idea sulle proprie convinzioni, anche se diverse tra noi.
Ma quando mai noi di destra siamo stati “buoni”? Chi lo era nel nome della poltrona, vuol dire che di destra non era. Ecco, proprio per questo ci vorrebbe un po’ più di rispetto e l’accortezza di ascoltare qualche consiglio da chi ha combattuto una vita.
Perché la ruota gira. E speriamo con sincerità che stavolta lo faccia in modo favorevole a chi rappresenta gli interessi del popolo italiano.
Idee e valori, non solo ministeri ed assessorati. A destra nascemmo per questo. E certo non è qualche leone da tastiera che commenta in maniera infantile un incontro tra due vecchi amici a poter sminuire una storia comune.