Premio Strega al libro di Ada d’Adamo “Come D’Aria”: la scrittrice è morta tre mesi fa

premio strega, dadamo

Ada D’Adamo vince il Premio Strega 2023 con il libro autobiografico “Come D’Aria” (Elliot), che conquista 185 voti. La proclamazione è avvenuta al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. A ritirare il premio è stato Alfredo Favi, marito di Ada, perché la scrittrice è morta il 1 aprile di quest’anno, subito dopo aver saputo di essere entrata nella dozzina del Premio Strega. Al secondo posto Rosella Postorino con Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli), 170 voti e al terzo Andrea Canobbio con La traversata notturna (La nave di Teseo), 75 voti. Al quarto posto Maria Grazia Calandrone con Dove non mi hai portata (Einaudi), 72 voti e al quinto Romana Petri con Rubare la notte (Mondadori), 59 voti. A presiedere il seggio Mario Desiati, vincitore del Premio Strega 2022. Hanno votato in 561 su 660 aventi diritto, pari a circa l’85%.

Non era una professionista della letteratura, D’Adamo ma un’artista. Nata a Ortona, nel 1967 ha vissuto e lavorato a Roma, dove si e’ diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo. Ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea, e lo ha scritto in diversi saggi sulla danza e il teatro. A portarla alla scrittura e’ stata l’esperienza personale di madre di una bambina nata, nel 2005, con una rara forma di malformazione cerebrale. Sul nome della bambina, Daria, si gioca il titolo del memoir, che come un sussurro suggerisce che la ragazza nata con disabilita’ e’ per chi la ama fatta “Come d’aria”.

Quando Ada D’Adamo stessa scopre nel 2017 di avere a sua volta un tumore e di doversi sottoporre a cure molto pesanti la sua paura principale e’ quella di perdere il contatto fisico con Daria, che e’ parte fondamentale della comunicazione con un figlio che ha delle fragilita’ cosi’ importanti. “Avere un figlio invalido – scrive D’Adamo nella sua opera – significa essere soli. Irrimediabilmente, definitivamente soli. Indietro non si torna. Uguale a prima non sara’ piu’. E’ come se dentro di te si fosse accomodato il punteruolo delle palme che rosicchia la pianta dall’interno piano piano, la trasforma in un involucro pieno di segatura. La superficie resta uguale, ma sotto i bordi, sotto la pelle, non resta piu’ niente. La solitudine e’ fatta di puntini piccoli, uno vicino all’altro. Non te ne accorgi”.

“La lettura permette di seguire questa donna e questa madre in un racconto lucido e commovente in cui il corpo ha un rilievo centrale, come nella danza, arte cara all’autrice e in cui, accanto alle paure, alla stanchezza, al dolore c’e’ spazio per la potenza degli affetti. “Mi auguro che leggerlo possa aiutare le persone a sentirsi meno soli, specie chi si trova nella sfortunata condizione di Ada”. Lo ha presentato cosi’ Loretta Santini, editor della casa editrice Elliot, che ha fatto le veci dell’autrice in tutti i mesi che hanno preceduto la proclamazione del vincitore del Premio Strega. Sempre sentendosi “fuori posto tra gli autori”, ma sempre onorando il lavoro e la figura della scrittrice che con Elliot ha scelto di pubblicare