Primavalle si conferma il regno della droga: tre arresti dei Cc

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Il quartiere romano di Primavalle è sempre stata una piazza importante dello spaccio di droga, sin dagli anni Settanta. Ma, a differenza di altri quartieri, a Primavalle erano gli italiani che controllavano e controllano il traffico degli stupefacenti. Praticamente ogni mese si registrano arresti di pusher e sequestri. Ieri i carabinieri della Stazione Roma Montespaccato hanno arrestato tre pusher romani di 19, 30 e 54 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine. Il più grande è attualmente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo della permanenza. I tre hanno l’accusa di spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Arrestati a Primavalle tre pusher

In particolare, il 19enne e il 30enne sono stati sorpresi in via Pietro Bembo, nel cuore di Primavalle, mentre stavano vendendo una dose di crack a un cliente che è fuggito, facendo perdere le proprie tracce. Indosso avevano una dose di crack e 200 euro in contanti, guadagno dell’attività di spaccio. Nell’abitazione del 30enne i militari hanno poi trovato e sequestrato 15 grammi della stessa sostanza, un paio di dosi di cocaina e materiale utile al confezionamento della droga, oltre a 850 euro. I carabinieri hanno portato in caserma anche il 54enne, convivente e patrigno del 30enne, insieme agli altri due pusher.

Operazione anti-usura nel quartiere

Sempre ieri, e sempre a Primavalle, si è svolta un’operazione del locale commissariato. Buste della spese piene di denaro, agende con la contabilità delle somme date in prestito, mazzette di fogli scritti a mano. E’ quanto hanno scoperto gli agenti del commissariato Primavalle che hanno eseguito, coordinati dal procuratore aggiunto di Roma Lucia Lotti, un’ordinanza di custodia cautelare per estorsione, usura ed esercizio illecito dell’attività creditizia. Denaro, in mazzette di vario taglio, e fogli della contabilità, che i poliziotti, diretti da Tiziana Lorenzo, hanno trovato tra Roma e Ladispoli, nascosti nelle pareti, tra le intercapedini, o dietro ai termosifoni, a casa di padre e figlio, finiti in carcere, mentre altri due destinatari dell’ordinanza sono finiti ai domiciliari.