Processo per la discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni condannato a 6 anni per disastro ambientale
Arriva oggi la sentenza del processo sulla discarica di Malagrotta a Roma: Manlio Cerroni, 97 anni, e Francesco Rando, 87 anni, condannati rispettivamente a 6 anni e 4 mesi di carcere e a 3 anni, oltre al pagamento delle spese processuali. Si chiude così dopo 10 anni il procedimento penale che ha visto imputati il proprietario della discarica di Malagrotta e il suo collaboratore.
“La condanna per disastro ambientale nei confronti del proprietario di Malagrotta è una sentenza storica nel nome del popolo inquinato – commentano Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente e Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – che rende giustizia a tutti quelli che hanno combattuto per tanti anni contro il disastro dei rifiuti a Malagrotta e tutti quelli che combattono ancora per l’economia circolare e la difesa dell’ambiente, nella Capitale come in tutto il paese. Quella che è stata per decenni la più grande discarica d’Europa, ha generato una ferita ambientale spaventosa, chi doveva fermare l’inquinamento terribile che questa provocava non lo ha fatto e l’esito del processo lo conferma indiscutibilmente”.
La sentenza
La sentenza arriva oggi dalla III Corte d’Assise del Tribunale di Roma, dopo un processo penale durato oltre 10 anni nel quale Legambiente è parte civile.
“Non possiamo che ringraziare l’avv. Maria Dolores Furlanetto del nostro CEAG (Centro d’Azione Giuridica) che ha seguito il processo in tutti questi anni con impegno e costanza”, concludono i rappresentanti di Legambiente. “Oggi è stata fatta giustizia nelle aule di tribunale e continueremo a presidiare quei luoghi, ma continueremo anche a chiedere che sia fatta giustizia a Malagrotta. Nella discarica sono entrate per decenni oltre quattromila tonnellate al giorno di rifiuti, ora la sfida è la bonifica, che sarà portata avanti grazie al lavoro della struttura del commissario generale Giuseppe Vadalà, in danno alla proprietà, per la quale aspettiamo l’avvio proprio nelle prossime settimane e che dovrà avvenire con tutte le tecnologie migliori e una indissolubile sinergia, tra istituzioni di tutti i livelli, associazionismo ambientale e cittadinanza”.
Nella sentenza, la corte ha ordinato all’ex proprietario di Malagrotta il recupero e il ripristino dello stato dei luoghi.