Programmi elettorali: rispettateli per il cambiamento
I programmi elettorali vanno rispettati e senza fare tante storie. E bisogna che la maggioranza di centrodestra comprenda i motivi per cui è stata eletta dai cittadini e festeggiata nelle giornate della vittoria.
Certo, c’era una gran voglia di cambiamento, stanchezza per una sinistra arrogante che pretendeva di dominare le istituzioni senza consenso. Ma in democrazia contano anche e proprio i programmi elettorali: indicano la strada da seguire.
Contino i programmi elettorali
E’ stata promessa l’elezione diretta del Capo dello Stato e si vira sul presidente del Consiglio. Si offende qualcuno che insisto nel chiedere il perché?
Per carità, sono ben consapevole che anche così si rende sovrano il cittadino. E’ un passo in avanti, anche se si parla di un unicum nel mondo. Vedremo se finirà cosi in Parlamento.
Sicuramente si sta tentando di rispettare il programma elettorale per ciò che riguarda l’autonomia differenziata ed è un bene. Non è affatto vero che divide l’Italia, che semmai paga le fratture tra nord e sud proprio ora che l’autonomia non c’è ancora come nella proposta in discussione. Magari la maggioranza farebbe bene a raccontarla efficacemente.
Eppoi, la giustizia. Che non è esattamente l’ultima pietra del cantiere da edificare. Quali sono le difficoltà? Improvvisamente e ancora una volta – come accade sempre – e’ intervenuta la parte più conservatrice della magistratura a frenare ogni possibilità di cambiamento.
Le riforme vanno fatte tutte
Arenare la riforma della giustizia rischia di rappresentare un delitto contro i cittadini. Perché non passa giorno che non ci siano clamorosi episodi di malagiustizia. E’ vero che le Camere sono ingolfate di provvedimenti, ma vivaddio se non fate la rivoluzione promessa che ci si sta a fare a governare senza cambiamento?
Conosciamo tantissimi uomini e donne di valore che stanno in Parlamento, ma guai a rinunciare a ottenere i risultati che si sono promessi agli italiani.
Le riforme servono per i prossimi dieci, venti, trent’anni di questo nostro paese e sono ben più importanti di questo o quel decreto. Non ne va trascurata neppure una delle tre.