La propaganda di D’Amato utilizza pure le Asl. Vergogna

Propaganda D’Amato

Propaganda, becera propaganda nella Asl per Alessio D’Amato. Ancora oggi sta piazzato sulla poltrona di assessore alla sanità; ma il candidato della sinistra alla presidenza della regione Lazio pensa di poter continuare ad usare il suo potere.

Siamo arrivati al ridicolo, all’uso smodato delle istituzioni financo con i social. A pochi giorni da quando si schianterà nelle urne, D’Amato insiste con una propaganda che non lo porta da nessuna parte, se non alla sconfitta contro Rocca.

Propaganda Asl per D’Amato

La nuova impresa dell’assessore l’hanno raccontata Tony Brognuolo, candidato leghista alle regionali, e Fabrizio Santori, capogruppo in Campidoglio del partito di Matteo Salvini.

In pratica, “la Asl Roma 2 promuove sui social un servizio di assistenza sanitaria per cittadini stranieri. Ma, in barba ad ogni regola sulla comunicazione istituzionale e indifferente alle sanzioni previste, ha pensato bene di taggare Alessio D’Amato nella sua pagina di politica elettorale in una fase delicatissima del confronto. Infatti, cliccando sul tag, il rinvio è alla pagina elettorale dell’assessore.

Ma quanta solerzia per gli stranieri

Una gravissima scorrettezza – segnalano i due leghisti – che viola le norme che vietano espressamente e rigidamente questi comportamenti. I motivi sono ovvi per il semplice buon senso comune, ma non per il Pd e i suoi seguaci. I quali lanciano la palla a casaccio in un campo talmente largo da aver perso la linea di confine tra il lecito e l’illecito, coinvolgendo perfino le stesse pubbliche amministrazioni e creando ulteriori aggravi per le casse pubbliche regionali, già ampiamente in rosso grazie proprio al governo Zingaretti con D’Amato assessore. Agcom intervenga urgentemente e metta fine a questa grave violazione”.

E tralasciamo il fatto che a tanta preoccupazione di D’Amato per la doverosa assistenza ai cittadini straniera non corrisponda altrettanta solerzia per quelli italiani. Costretti ad aspettare lunghissimi mesi nelle liste d’attesa per le prestazioni più urgenti. Ma lui dice che tutto va bene…