Psichiatra condannato per stupro: l’indomani gioca a tennis ai Parioli

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Lo ha fotografato un inviato del Corriere della Sera, con tanto di inviato: lo psichiatra condannato per stupro su una paziente continua la sua vita normalmente.

Ieri era al circolo di Tennis dei Parioli impegnato in un doppio.  Lo psichiatra è molto stimato nel circolo, tanto da far parte del collegio dei probiviri con altri quattro soci. E quando qualche amico gli fa notare che fuori dagli spogliatoi c’è un giornalista che aspetta di parlare con lui, Stefano Maria Cogliati Dezza preferisce evitare l’incontro. La condanna è in primo grado e fino alla sentenza definitiva lo psichiatra va ritenuto innocente. Ecco la storia, così come l’ha ricostruita ieri Repubblica.

Cogliati Dezza ha più volte abusato della sua paziente approfittando del suo ruolo e creando un “legame di dipendenza e soggezione”. Per questo è stato condannato in primo grado a quattro anni e mezzo di reclusione – con lo sconto di un terzo della pena per aver scelto il rito abbreviato – lo psichiatra 72enne è piuttosto conosciuto a Roma. L’accusa è quella di aver violentato una 27enne per mesi facendo leva sulle fragilità della ragazza. A raccontare l’episodio è Repubblica che ha ripercorso l’incubo della donna. Secondo l’accusa, il medico avrebbe instaurato “un legame di dipendenza e soggezione” con la vittima, abusando della sua “condizione di inferiorità psichica”. Le sedute si trasformavano così in violenze e abusi, perpetrati per mesi, fino a quando la 27enne non ha deciso di raccontare tutto ai propri genitori e denunciare quanto accaduto. Parole che hanno poi trovato riscontro nelle indagini degli investigatori. La sentenza di primo grado prevede per lo psichiatra anche una provvisionale di 40 mila euro e “l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, la sospensione dell’esercizio della professione medica, nonché dai pubblici uffici per cinque anni”.

Intanto, però, continua la sua vita normale. La Costituzione parla chiaro: fino alla sentenza definitiva, il dottor Cogliati Dozza è innocente.