Psichiatra uccisa a Pisa, Seung era pericoloso ma libero. FdI: no a sconti di pena per il killer

Gianluca Paul Seung

È morta poco dopo le 23.40 di ieri notte la dottoressa Barbara Capovani, la psichiatra 55enne aggredita venerdì pomeriggio all’uscita dall’ospedale Santa Chiara di Pisa da un ex paziente psichiatrico, Gianluca Paul Seung, che è stato arrestato nella notte di domenica dalla polizia pisana nella sua casa di Torre del Lago, frazione del comune di Viareggio (Lucca). Il decesso è avvenuto al termine della procedura di accertamento di morte cerebrale. Gli organi della dottoressa Capovani saranno donati, “assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso”, hanno fatto sapere dall’Azienda ospedaliero-universitaria pisana.

La Procura, con un atto del procuratore della Repubblica facenti funzioni Giovanni Porpora e del sostituto procuratore Lydia Pagnini, titolari del fascicolo di indagine, ha autorizzato le procedure di espianto. A seguito della morte della dottoressa Capovani, la Procura ora cambierà il capo di imputazione contestato a Seung: da tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime nei confronti di un esercente professioni sanitarie, l’accusa diventerà di omicidio aggravato dalla premeditazione. Seung si trova rinchiuso nel carcere ‘Don Bosco’ di Pisa.

”Il ragazzo che ha ucciso la psichiatra di Pisa non è folle. È un antisociale, come diagnosticato correttamente dalla stessa professionista, e se accadrà quello che speriamo dovrà avere l’ergastolo”. Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

”Esprimo solidarietà a tutti i direttori di dipartimento di salute mentale italiani – aggiunge Antoniozzi – che oggi osserveranno due minuti di silenzio. Siamo stanchi di psicopatici assassini che poi vanno a intasare le Rems. La nostra proposta di legge di modifica degli artt. 88 e 89 del codice penale che introduce la discriminante psicotica deve essere approvata al più presto. Basta garanzie estreme ai criminali spalleggiati da movimenti culturali che hanno prodotto danni devastanti al nostro Paese”.

”La povera dottoressa Capovani – sottolinea Antoniozzi – proprio dopo un ricovero aveva parlato praticamente di tratti di personalità paranoidea e antisociale e di consumo elevato di cannabis, a conferma che il thc non è una caramella, come dice da anni la sinistra. Chiedo anche una revisione delle sanzioni per le aggressioni ai medici che preveda aggravanti specifiche”. ”Purtroppo – conclude Antoniozzi – la Cassazione a sezioni unite del 2005 ha consentito agli psicopatici che non sono folli, e i giornalisti dovrebbero dirlo e spiegarlo bene, di usufruire di sconti assurdi anche grazie a quelli che hanno prodotto informazioni distorte sui disturbi dì personalità”.