Pugno duro del ministro Valditara: “Chi occupa e devasta una scuola va bocciato”

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“Chi occupa e devasta una scuola deve essere bocciato. Meritano il 5 in condotta, e con il cinque si viene bocciati”. Lo dice il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in una intervista a “Il Messaggero” commentando l’occupazione alla Severi Correnti a Milano.

Il ministro

“E’ stato molto impressionante vederla devastata. Hanno sfasciato computer, rovinato lavagne elettroniche, tagliato i fili della luce. Questo è teppismo, vandalismo allo stato puro. Senza contare che 1500 studenti sono stati privati, da una minoranza, del diritto allo studio per tre settimane. E infatti dovranno tornare alla Dad, la didattica a distanza”, racconta. E per quanto riguarda la responsabilità civile dei danni provocati: “Chi occupa ne dovrebbe rispondere, perché ci va di mezzo la comunità. L’associazione presidi di Roma ha fatto una stima: 350 mila euro di danni solamente in tre scuole della Capitale. Perché deve pagare il ministero, cioè i contribuenti italiani? Paghi chi ha occupato”, sottolinea.

Le iscrizioni

Parlando poi delle iscrizioni alle superiori di quest’anno, il ministro dell’Istruzione non si aspettava questi dati, in particolare per quanto riguarda la nuova filiera del 4+2 per istituti tecnici e professionali: “Il risultato – prosegue – è al di là delle nostre aspettative. Pensavamo di avere un migliaio di iscritti sulla formula dei quattro anni più due, che come è noto è una sperimentazione. Abbiamo avuto 1669 richieste, un risultato importante del quale sono grato alle scuole che si sono candidate e alle famiglie che ci hanno creduto”.

Le valutazioni

Per valutare questo risultato fornisce un dato: “I nuovi quadriennali di filiera sono stati scelti dallo 0,72 per cento e dallo 0,96 di quanti hanno fatto rispettivamente iscrizione all’istruzione tecnica e a quella professionale. La sperimentazione Bianchi del diploma in 4 anni, decisa nel 2021, ha avuto per i tecnici lo scorso anno lo 0.41 per cento delle iscrizioni, lo 0,18 per i professionali, mentre l’anno prima si fermò per i tecnici allo 0,28”. Da settembre parte “un percorso di eccellenza che risponde alle esigenze di un mondo del lavoro profondamente cambiato e rimasto inascoltato per troppo tempo. Per noi questo è il primo gradino, andiamo avanti con decisione perché è la strada giusta”.

La sperimentazione

Il ministro osserva che “la sperimentazione richiede un progetto e uno sforzo da parte degli istituti autorizzati notevole: innova i programmi, spinge sulla ricerca e l’internazionalizzazione, mette in contatto scuola e imprese, rafforza le materie di base e incentiva quelle professionalizzanti per una formazione altamente qualificata che consenta ai giovani di entrare prima e meglio nel mondo del lavoro, di realizzarsi in una società che è profondamente cambiata. Questo governo e questo ministero sono impegnati a governare e a stimolare i cambiamenti”. Tutto il Paese ha reagito con interesse: “Devo dire che abbiamo avuto ottimi risultati al Sud, che ha risposto benissimo. Ma anche nel Lazio, in Lombardia, in Emilia. In generale è un passaggio importante, per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro”. Invece il liceo del Made in Italy ha avuto una partenza a dir poco lenta: “Innanzi tutto stiamo parlando di un liceo di eccellenza che è appena partito, e che si rivolge alla formazione di manager, dirigenti d’impresa, che punta a valorizzare le eccellenze italiane. Questo di oggi è un punto di avvio di un percorso che si amplierà”, conclude.