Qatargate, spuntano le prime ammissioni sullo scandalo che ha travolto la sinistra europea

eva kaili cuffia

Il Qatargate continua a riempire le pagine dei quotidiani europei. L’ex vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, ha ammesso di aver chiesto al padre di nascondere una gran parte del denaro che si trovava a casa sua e che è stato sequestrato nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sul Qatargate. Lo scrive il quotidiano di Bruxelles Le Soir, secondo cui la confessione è arrivata nel corso dell’interrogatorio con i magistrati belgi, che l’hanno arrestata il 9 dicembre scorso. E giovedì è attesa l’udienza della Camera di consiglio per decidere del rilascio della politica greca, detenuta da 12 giorni nella sezione femminile del carcere belga di Haren. Come scrive il giudice Michel Claise nel mandato di arresto, “l’imputata ha ammesso di aver incaricato il padre di nascondere il denaro”.

Dalla Kaili ammissioni

La Kaili inoltre “dichiara di essere stata a conoscenza in passato dell’attività del marito (Francesco Giorgi, ndr) con il signor Panzeri e che valigie di denaro contante sono passate per il suo appartamento”. Secondo il documento visionato da Le Soir e da Repubblica, l’ex giornalista televisiva “ha anche cercato di avvertire l’onorevole Panzeri e due eurodeputati citati nell’inchiesta”, ma di cui non vengono fatti i nomi. “Sono personalmente indignato dal fatto che abbiate avuto accesso a questi documenti”, ha denunciato il legale belga di Eva Kaili, André Risopoulos. “Sono l’unico che rispetta le regole?”, chiede l’avvocato, ritenendo che parlare di “confessioni parziali” per la sua cliente “sia un’interpretazione di parte”.

Anche Panzeri ammette parzialmente i fatti

E ancora: l’ex europarlamentare Antonio Panzeri avrebbe ammesso un parziale coinvolgimento nello scandalo che coinvolge oltre a Doha anche il Marocco, scrive ancora Le Soir,. Il quotidiano cita il giudice belga Claise, secondo cui Panzeri avrebbe accusato l’eurodeputato socialista Marc Tarabella di essere destinatario di “regali provenienti dal Qatar”. Panzeri sta “confessando parzialmente i fatti”, scrive il quotidiano belga. “L’onorevole Tarabella non ha ricevuto regali da nessuno. E non è stato influenzato nel prendere le sue decisioni e adottare le sue posizioni”, ha replicato il legale dell’europarlamentare belga, Maxim Töller.

La Commissione Ue non commenta. E come potrebbe?

“Siamo consapevoli che ci sono indagini in corso, su fatti seri. Deve essere fatta chiarezza su cosa è successo”. Ma sarebbe “inappropriato fare commenti mentre l’indagine è in corso”. Pertanto, la Commissione non ha intenzione di fare commenti sull’inchiesta condotta dal giudice Michel Claise, “finché l’indagine sarà in corso”. “Rispettiamo lo Stato di diritto e l’indipendenza della magistratura belga”. Così il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri, Peter Stano, risponde, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ad una domanda riguardante le indiscrezioni riportate oggi da Repubblica, secondo le quali l’indagine potrebbe allargarsi alla Commissione. “L’informazione veniva dai servizi segreti, a quanto ho letto. Ma vedremo”, chiosa il portavoce capo Eric Mamer.