Quanto guadagnano i distributori di benzina? I dati
Ogni volta che il prezzo del carburante alla pompa si alza, una domanda ricorrente si fa strada nella mente dei consumatori: quanto incide il distributore sul rincaro dei prezzi della benzina? La risposta, però, è meno diretta di quanto possa sembrare.
Il prezzo del carburante, ossia di benzina e gasolio, segue dinamiche complesse, e il gestore della stazione di servizio ha un margine di manovra limitato. Ma quanto guadagna realmente un distributore di carburante? La risposta potrebbe sorprendere, poiché il mestiere sta diventando sempre meno remunerativo e attraente, soprattutto guardando al futuro.
Quanto guadagnano i distributori di benzina?
Per comprendere i guadagni dei distributori di carburante, è essenziale analizzare i vari costi che contribuiscono a definire il prezzo alla pompa. Considerando un prezzo medio attuale di 1,905 euro per litro di benzina, il 58% di questa cifra è costituito da tasse e accise, mentre il 42% rimanente rappresenta il prezzo industriale.
I dati nudi e crudi
Quest’ultimo comprende i costi della materia prima, le spese logistiche, commerciali e amministrative, nonché il margine lordo del gestore. Quest’ultimo elemento, che costituisce circa il 12% del prezzo finale della benzina (e circa l’8% per il diesel), include sia i ricavi del gestore che le spese di distribuzione e altri oneri.
3 centesimi in modalità self, 5 al servito
Dopo aver sottratto tutte le spese, i distributori di carburante guadagnano approssimativamente 3 centesimi al litro in modalità self-service e 5 centesimi in modalità servita. Questi sono i dati dichiarati dai principali sindacati di categoria in un recente incontro con il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci.
Oltre alla questione dei prezzi, sono stati discussi tre temi fondamentali: i contratti d’appalto tra compagnie petrolifere e gestori, l’esposizione del prezzo medio e la riorganizzazione della rete distributiva.
Gestori di carburante trattano col governo su vari temi
Per quanto riguarda i contratti d’appalto, i sindacati ritengono che siano necessarie regolamentazioni più solide per garantire la stabilità e la tutela del gestore.
Sulla questione dell’esposizione del prezzo medio, i rappresentanti dei gestori hanno ribadito che tale misura non ha influenzato i costi e hanno espresso soddisfazione per la recente sentenza che ha eliminato l’obbligo di esporre il cartello, suggerendo invece di utilizzare l’osservatorio prezzi del Mimit come riferimento.
Infine, riguardo alla riorganizzazione della rete distributiva, il governo sta pianificando un sistema di incentivi per razionalizzare il settore, considerando anche le nuove tecnologie e l’ampliamento dei servizi offerti ai clienti come strategie per garantire la sopravvivenza delle stazioni di rifornimento nel futuro sempre più dinamico del settore dei trasporti.