Raggi twitta, ‘bonifica’ per il campo rom a Fidene. E sui social è bufera
La volontà di dimostrare un’azione ferma contro i campi rom abusivi o semplicemente tollerati dei quali è piena la Capitale sembra aver giocato un brutto scherzo alla sindaca Raggi. Che ieri mattina in occasione dello sgombero del micro insediamento al fosso di S.Agnese a Fidene ha twittato complimentandosi per il blitz compiuto con l’intervento della Polizia di Stato e del Corpo della Municipale. Ma nell’entusiasmo di rendere ‘social’ l’evento alla prima cittadina è scappata qualche parola di troppo. O più esattamente, un termine inappropriato. Infatti, Virginia per esaltare l’allontanamento di 16 baraccati di nazionalità rumena che vivevano tra fango e sporcizia sotto al cavalcavia della Salaria usa un termine molto forte. Bonifica. E le reazioni sui social non si fanno attendere. A cominciare da quella del presidente piddino del Municipio III Giovanni Caudo. La sindaca deve ricordarsi che parla di esseri umani, non di rifiuti ha attaccato Caudo. E comunque la Raggi come in un gioco degli specchi cerca di risolvere i problemi che lei stessa ha creato. Chiaro il riferimento ad un alto sgombero. Quello avvenuto in agosto, per il campo ‘tollerato’ dietro allo Stadio Olimpico. Quando arrivarono le ruspe del Comune, la’ c’erano solamente dodici persone. Ma l’ultimo censimento parlava di ben 129 occupanti. Ecco allora che senza una programmazione e in mancanza di altre soluzioni, il risultato non può che esse disastroso. Perché per ogni campo sgomberato ne sorgono altri abusivi. Sono più di 300 a Roma, e la situazione ormai sembra fuori controllo.
La Raggi vuole sgomberare il campo rom del Foro Italico. Ma c’è chi si oppone…
Chef Rubio e la sinistra contro la Raggi che parla di bonifica per il campo rom sgomberato di Fidene. Ma il problema rimane la mancanza di soluzioni
Oltre che dall’attacco del presidente de Municipio III, la Raggi si è dovuta difendere anche dalle invettive di chef Rubio. Che ha usato parole di fuoco contro la sindaca. Aho mo’ se chiama bonifica. Rastrellamenti non se po’ di, sgombero manco…Mentre l’assessore municipale Christian Raimo la butta sul sociale. Si tratta di una piccola campagna elettorale, fatta contro i poveri. Un modo di operare che non solo non risolve, ma aumenta i problemi. Il nodo maggiore però al di là delle dispute politiche a sinistra rimane quello dell’assenza di soluzioni. Chiaro che se sgomberi i campi abusivi, poi la gente che stava la’ dentro non sparisce. Quindi o si è in grado di organizzare con il Governo un sistema rapido di espulsioni e rimpatri, cosa molto difficile con un esecutivo rosso giallo che lascia i porti aperti anche in piena pandemia. Oppure si fa semplicemente come chi mette la polvere sotto al tappeto. Perché si sposta il problema ma non lo si risolve. E se poi si usa quel termine – bonifica – proprio dello sversamento di liquami e rifiuti, è chiaro che la polemica è servita su un piatto d’argento. Con la rara capacità di riuscire alla fine a scontentare proprio tutti.