Rai Cosa rossa. Così la vogliono, basta che noi paghiamo

Rai Cosa rossa

La Rai deve restare Cosa rossa. Leggiamo paginate e paginate di cronache intristite dalle “manovre del governo”. Come se la maggioranza degli italiani non debba contare mai.

Perché per questi compagni in redazione le elezioni non ci sono mai state. E se come si diceva un tempo l’editore è il Parlamento – che è di centrodestra – l’esecutivo dovrebbe stare a guardare le schifezze che ancora dobbiamo sopportare col canone pagato anche da chi vota proprio a destra.

Vogliono ancora Rai Cosa rossa

Se dovesse cambiare l’amministratore delegato Carlo Fuortes il dramma – se non dovesse trovare posto – sarà solo per lui e i suoi famigli. Mezza sinistra lo sta già accusando di inciuciare con Palazzo Chigi. E quindi non si capisce che cosa cerchino quelli di Rai Cosa rossa.

Una cupola che decida controvento? Devono restare al loro posto quelli che vogliono loro? I giornalisti che raccontano delle lamentele della sinistra sui loro quotidiani non sono capaci di raccontare la verità agli italiani?

Tutto questo non ha logica. E poi solo per garantire un altro anno di lavoro a viale Mazzini all’amministratore delegato? Fra un anno – a scadenza contrattuale e con altri danni già prodotti se si continua così – non dovrebbe cambiare lo stesso? Mi rifiuto di pensare che il problema sia il suo stipendio ma il potere che Fuortes detiene. E se deve restare per favorire la mezza sinistra che lo difende tutto diventa davvero inaccettabile.

Sbrigarsi a cambiare

Tanto più che poi c’è quell’altro che vuole ricorrere, il titolare attuale del teatro San Carlo di Napoli che alla bella età di 70 anni non vuol saperne di andare in pensione. Perché non vuole lasciare il posto all’Ad Rai, che riceverebbe persino questa gentilezza dal governo di centrodestra.

Rai Cosa rossa? No grazie, abbiamo già dato ed è inimmaginabile continuare così. Ci si sbrighi piuttosto, sennò a che serve continuare a pagare il canone? Per i fatti loro?