La Rai – a partire dal Tg1 – è sempre più lo scendiletto di Conte
Ormai la Rai è diventata lo scendiletto di Giuseppe Conte. Che ha fatto notizia – in negativo – persino nel giorno di Natale.
Sarà che quelli di Italia Viva lo vogliono rosolato, ma la denuncia del deputato Michele Anzaldi colpisce davvero. Nel mirino finisce un presidente del consiglio assolutamente vanitoso e preso di sé.
Lo scendiletto di Conte
In questo caso, a quanto pare, ci sarebbe una serie di ulteriori abusi del premier, questa volta proprio in Rai.
In pratica parliamo delle immagini utilizzate per i servizi sul premier al Tg1. Tutte così spaventosamente tranquille, laboriose, da brav’uomo al lavoro. Le osserviamo tutte le sere, spesso ripetitive, osannanti.
Ebbene, stando alla denuncia di Anzaldi, esse sarebbero ogni volta confezionate direttamente da Palazzo Chigi. Tanto che lo stesso Anzaldi ha deciso di interrogare pubblicamente il presidente Rai, Marcello Foa, e l’amministratore delegatoFabrizio Salini.
Immagini confezionate…
Con parole precise. “Si chiede di sapere se risponda al vero che le immagini utilizzate quotidianamente nei servizi dei telegiornali Rai che riguardano il presidente del Consiglio Conte, anche a semplice copertura dei servizi e non per eventi specifici come conferenze stampa e dichiarazioni alla stampa, siano state realizzate dalla stessa presidenza del Consiglio, che ne deciderebbe così addirittura il taglio giornalistico. In particolare si segnala un vero e proprio abuso di queste immagini al Tg1”.
A corredo dell’interrogazione renziana va aggiunto che l’episodio si inquadra in una cappa di regime in cui il premier pretende di rinchiudere l’informazione nel nostro Paese. Grande regista, ovviamente, Rocco Casalino. Ma è da chiedersi fino a quanto sarà da sopportare un clima davvero irrespirabile. Ne va della nostra democrazia. Non abbiamo bisogno di uno scendiletto per Conte pagato con i soldi del canone Rai.
L’informazione pubblica è al servizio dei cittadini e non del potere. Nel governo Conte la trattano come cosa loro. Ed è inaccettabile.