Reddito di cittadinanza, Pd e M5s senza vergogna: Conte e Schlein soffiano sul fuoco

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“E’ evidente che c’e’ chi, come Giuseppe Conte, Elly Schlein e la Cgil, soffia sul fuoco, sperando forse di ottenere un’estate torrida dal punto di vista politico. E lo fanno con scarsa buona fede: la segretaria del Pd, ad esempio, dimentica che il suo partito voto’ contro l’istituzione del reddito”. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, lo dice al Messaggero commentando il taglio al reddito di cittadinanza. “Dal 2019 a oggi il reddito di cittadinanza e’ costato oltre 30 miliardi. E non mi pare che abbia abolito la poverta’, ne’ atutato a trovare un lavoro i suoi percettori, molti dei quali ne hanno beneficiato per quattro anni. Ed e’ sconcertante che chi ha voluto questa misura non dica che e’ nata come un sussidio a termine, non come un vitalizio. O non hanno letto cio’ che hanno votato, o non sono stati del tutto onesti”, conclude.

Getta invece acqua sul fuoco il presidente del Veneto Luca Zaia in un’intervista al Corriere della Sera. “Le distorsioni emerse in questi anni dimostrano che così com’era regolato il Reddito di cittadinanza andava rivisto. Non le indico io, ma le inchieste della Guardia di finanza: c’è chi poteva lavorare e non l’ha fatto e chi, addirittura, ha lavorato in nero. Casi che non hanno diritto al Reddito di cittadinanza”. “A chi ha veramente bisogno – dice Zaia – il sostegno dovrà essere garantito, come avviene in molti Stati europei. Gli altri dovranno cercarsi un lavoro. Questo passaggio era inevitabile”.

Ciriani: il reddito di cittadinanza è utile solo per prendere voti

“E pericoloso agitare la piazza” per l’abolizione del Reddito di cittadinanza che “è utile solo a prendere voti”. Lo chiede Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, nel corso di una intervista alla Stampa. “I Cinque stelle hanno creato un’enorme leva elettorale, assegni vitalizi per ottenere voti. Un sistema viziato alla base. E se qualcuno lo difende evocando la piazza – prosegue il ministro – si comporta in maniera irresponsabile”.

Ciriani sottolinea che “tutti sapevano che il reddito di cittadinanza doveva interrompersi. La stessa misura, quando è stata creata, doveva essere temporanea, per incrociare tra domanda e offerta di lavoro. Ma non è avvenuto perchè è diventata una misura elettorale che costava dieci miliardi all’anno”. “L’importante è il cambio di filosofia. Non è più basata sul patto ‘ti lascio a casa e tu in cambio mi voti’ – dichiara il ministro – ma si aiutano le imprese ad assumere i giovani e chi non lavora”. “Chi non può lavorare viene assistito, ma chi può è giusto che lavori, perchè solo così una persona ha la sua dignità. Noi non torniamo indietro”, ribadisce Ciriani.