Regina Coeli: agente arrestato per peculato, rubava il cibo dei detenuti
Rubava il cibo ai carcerati. E per questo lui, che nel penitenziario ci stava per lavoro, adesso è passato “dall’altra parte della barricata”, arrestato con l’accusa di peculato. Protagonista dell’assurda vicenda un agente della Polizia Penitenziaria di Regina Coeli, a Roma. L’uomo, incaricato della sorveglianza delle operazioni di carico e scarico delle merci, avrebbe sottratto derrate alimentari destinate ai detenuti.
Il valore complessivo dei beni, tra cui tonno, formaggi, mortadella, bevande e olio, è stimato intorno ai 1.000 euro. Gli alimenti venivano poi rivenduti a titolari di bar e negozi locali.
Le indagini e l’arresto dell’agente penitenziario del carcere di Regina Coeli
L’indagine, condotta dai carabinieri di Trastevere, è nata dalle segnalazioni della Procura di Roma. L’agente si sarebbe appropriato delle merci durante i turni di sorveglianza, caricandole direttamente nella propria auto.
L’arresto è stato convalidato e il giudice ha disposto per l’indagato l’obbligo di dimora e la sospensione dal servizio. Gli inquirenti stanno valutando l’entità del danno e verificando se vi siano complici coinvolti nel traffico illecito. Le indagini continueranno per fare piena luce sulla vicenda.
Regina Coeli sotto i riflettori
Sempre riguardo il carcere romano, proprio oggi il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio ha voluto sottolineare le condizioni estreme dell’ottava sezione della del penitenziario. Dopo i disordini di una settimana fa, la situazione all’interno della struttura si presenta come un vero e proprio scenario da baraccopoli. 115 detenuti sono costretti a vivere senza corrente elettrica in quattro piani danneggiati, con cavi volanti per illuminare le scale e ambienti completamente carbonizzati. Questo quadro di degrado è stato descritto, dopo un sopralluogo effettuato insieme a una delegazione del sindacato.
Condizioni al limite dell’agibilità
“Le immagini parlano chiaro: inferriate divelte, intonaci crollati e un odore di bruciato che impregna l’aria. Non c’è bisogno di essere esperti per capire che la situazione è, al minimo, insalubre e pericolosa”, ha commentato De Fazio, aggiungendo che, mentre i tecnici dovrebbero stabilire se questi spazi siano ancora agibili, è inaccettabile che detenuti e polizia penitenziaria siano costretti a convivere in tali condizioni. “Personalmente, non vedevo l’ora di andarmene, ma c’è chi è costretto a vivere e lavorare in quell’inferno da giorni”.
Appello alle autorità
La UILPA PP ha fatto un appello urgente alle autorità competenti affinché si intervenga immediatamente per ripristinare le condizioni minime di sicurezza e vivibilità all’interno del carcere. In mancanza di risposte concrete, il sindacato potrebbe procedere per vie legali, portando il caso davanti all’autorità giudiziaria. “Non possiamo tollerare che esseri umani, siano essi lavoratori o detenuti, siano mantenuti in queste condizioni”, ha affermato il segretario.
La questione della succursale in Albania
De Fazio ha poi criticato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per la decisione di recarsi in Albania al fine di inaugurare una succursale di Regina Coeli, sottolineando che sarebbe stato più urgente visitare il carcere romano, distante solo poche centinaia di metri dal suo ufficio. “Con il doppio dei detenuti rispetto alla capienza, la metà del personalenecessario e una struttura fatiscente, Regina Coeli rappresenta l’emblema della disfunzionalità del sistema penitenziario italiano.”