Regione Lazio: Ares 118, appalti e proroghe delle ambulanze a Croce Amica, presunte illegittimità, l’ordinanza del Consiglio di Stato

Ambulanza
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Gli appalti e le proroghe sarebbero illegittimi. È quanto dichiara l’ordinanza cautelare n. 04578/2024 del Consiglio di Stato in merito alla società Heart Life dei fratelli Calderone, che gestisce il servizio di ambulanze nel Lazio.

L’ordinanza, pubblicata ieri mattina sul sito della Giustizia Amministrativa, cautelarmente sospende l’efficacia della sentenza emessa dal Tar e impugnata attraverso il ricorso presentato da Croce Bianca S.r.l. nei confronti dell’Azienda Regionale Emergenza Sanitaria – Ares 118 (che non si è costituita in giudizio) e della Heart Life Croce Amica S.r.l., azienda riconducibile al gruppo Calderone, che gestirebbe, attraverso cooperative e società, appalti per servizi di ambulanze in parecchie regioni italiane e persino alla Camera dei Deputati.

Ordinanza ‘imbarazzante’ per la Regione Lazio

I ricorrenti, visto il subappalto, si erano appellati proprio al fatto che la Heart Life facesse parte del gruppo riconducibile ai Calderone, ai sensi dell’art. 10 del disciplinare di gara, che si riferisce alla posizione dei soci delle società che prendono parte alle gare.

I partecipanti non possono avere contenziosi con la giustizia. E qui nascono i problemi. Infatti l’anno scorso l’appalto per il soccorso sanitario in area extraospedaliera affidato da Ares 118 alla società Heart Life Croce Amica era stato attenzionato dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Per questo già il Tar del Lazio aveva espresso parere positivo alla domanda di sospensione dell’efficacia presentata invia incidentale da Croce Bianca.

Cosa dice l’ordinanza

I giudici, nero su bianco, scrivono: “Ritenuto che – come già esposto nell’ordinanza cautelare resa all’esito dell’odierna udienza nell’ambito del giudizio 4570/2024, concernente l’impugnazione della medesima sentenza del T.ar. del Lazio n. 9860/2024 – risultano sussistere i presupposti per la sospensione dell’efficacia esecutiva della decisione impugnata, dovendosi dare prevalenza, nel complessivo bilanciamento degli interessi in gioco, alla continuità del servizio di soccorso sanitario in emergenza, essenziale per la collettività, risultando di contro l’interesse di Heart Life Croce Amica S.r.I. ristorabile per equivalente pecuniario.

Tenuto conto, altresì, della durata residua del contratto in corso e dei motivi ostativi all’eventuale subingresso della di Heart Life Croce Amica S.r.l. ai sensi dell’art. 10 del disciplinare di gara (…) Accoglie l’istanza cautelare (Ricorso numero: 4578/2024) e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata“.

L’appalto milionario

Ma vediamo su cosa ha puntato i fari l’Anac. Nel dicembre 2023 l’ente anticorruzione ha aperto un’istruttoria nei confronti dell’appalto che riguardava i lotti delle province di Roma, Latina e Rieti, affidati nello stesso mese alla Heart Life Croce Amica, ovvero alla stessa società che dal 2015 anni gestiva l’appalto del 118 a Roma per conto di Ares 118.

Facendo un salto indietro nel tempo, ci si accorge che già nel 2021 la First Aid One Italia, sempre gestita dal gruppo che fa capo alla famiglia Calderone, era finita sotto la lente della Procura di Pavia. E nel marzo 2023 i fratelli Antonio e Concetta Calderone, che erano per l’appunto attenzionati dalla magistratura a seguito dell’appalto di 2 milioni di euro vinto dalla First Aid One all’Asst di Pavia, ma anche per altri appalti tra cui spicca proprio quello con Ares 118, erano diventati soci in maniera ufficiale della Heart Life Croce Amica. E questo li avrebbe dovuti “far fuori” automaticamente dall’appalto di dicembre, cosa che invece non è avvenuta.

L’imbarazzo dell’Ares 118: perché indaga l’anticorruzione

L’Ares, nonostante i bilanci non di certo floridi, anzi, in rosso, avrebbe stipulato in maniera ricorrente accordi la Heart Life, che fa appunto capo ai fratelli Calderone. Ma l’Anac si concentra sul servizio iniziato nel 2015 attraverso una gara d’appalto che consentiva di gestire varie postazioni nelle province del Lazio, per un valore di circa 22,5 milioni l’anno. L’appalto, scaduto nel 2018, è stato poi rinnovato annualmente per i 6 anni successivi attraverso proroghe. Ma con aumenti di prezzi vertiginosi.

E a prezzi elevati verrebbero noleggiate anche le ambulanze, a costo più elevato rispetto a quanto si spenderebbe che a prenderle con un normale leasing. Tutto questo fa appunto accendere i fari dell’anticorruzione, anche perché l’Ares ha nei suoi conti un buco di circa 40 milioni e “scialare” in questa maniera non sembrerebbe il massimo della buona amministrazione.

Le indagini e i sequestri

A seguito delle indagini, lo scorso anno ad agosto furono posti sotto sequestro beni per circa 200 mila euro. Il sequestro aveva riguardato automezzi, terreni e fabbricati di una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari e riconducibile ai tre fratelli Calderone, a cui furono congelate le disponibilità finanziarie per circa 200.000 euro.

Questa era la cifra, infatti, che presumibilmente sarebbe stata incassata in più rispetto al dovuto – pagata da Ares 118, quindi dalla Regione Lazio – dalle società collegate alla Heart Life Croce Amica Srl per il servizio di soccorso sanitario in emergenza in area extra ospedaliera grazie a ulteriori appalti di servizio affidati inizialmente dal 2015 al 2018 e successivamente grazie a sei anni di affidamenti in proroga.

Le domande senza risposta

Perché l’Ares 118 ha continuato ad affidare appalti e proroghe sempre alle stesse società? E perché non si è costituita in giudizio, nonostante da anni l’occhio dell’antitrust si sia puntato sui fratelli Calderone? Ci saranno mai risposte a queste domande?