Regione Lazio, dopo 18 anni il Piano edile ‘Marrazzo’ rinviato ancora da Gualtieri: futuro fosco per l’azienda agricola di Roma

Piero Marrazzo, l’ex Governatore della Regione Lazio (2005-2009) va in giro per Roma, Pomezia, Frascati, Genzano, etc per presentare la sua biografia con cui i vertici regionali Pd cercano di riabilitarlo forse in vista di una futura candidatura politica. Nel frattempo a Roma resta ancora in piedi dopo 18 anni – grazie all’ultimo rinvio della giunta Gualtieri di Roma del 22 dicembre 2022 – il Piano edile ‘Marrazzo‘ che dovrebbe sorgere nella periferia nord della Capitale.
Una maxi lottizzazione che prende tecnicamente il nome di Piano ‘Pian Saccoccia Sud’ e che dovrebbe sorgere su un terreno privato di proprietà di una azienda agricola, nei pressi di via Piansaccoccia, località La Storta. Parliamo di una grandissima lottizzazione avviata il 29 novembre 2007 con la deliberazione di Giunta regionale Marrazzo n.929 che aveva l’obiettivo di ampliare l’edilizia residenziale di Roma e nel Lazio. Allora, l’assessore ai Lavori Pubblici e Politiche della Casa era Bruno Astorre, il compianto senatore PD prematuramente scomparso poco più di due anni fa.

Il Piano della Regione Lazio ‘Marrazzo’ sospeso da 18 anni
Quel Piano edile sarebbe dovuto sorgere sui terreni privati, come anzidetto, ed anche alla svelta, per risolvere una emergenza abitativa. Eppure ancora oggi, a 18 anni di distanza da quel voto di Marazzo e compagni, l’azienda proprietaria dell’area è costretta ad attendere le decisioni del Comune di Roma. Proprio così. Inoltre, i giudici del Tar del Lazio hanno respinto proprio oggi il ricorso con cui l’azienda agricola chiedeva lumi in merito. Riconoscendo il diritto del Comune di Roma di prendere ancora tempo, prima di maturare una decisione definitiva. 18 anni, insomma, evidentemente non sono sufficienti per maturare una decisione.
Gualtieri prende tempo e salva il Piano edile ‘Marrazzo’?
La Giunta Gualtieri con deliberazione n. 431 del 2022, come accennato in apertura, ha stabilito difatti che “in merito ai procedimenti già avviati (dalla giunta Marrazzo, ndr) – così si legge nella sentenza del Tar – ha deciso di attendere in via cautelativa, per la definizione di ulteriori atti, l’aggiornamento della «Domanda Abitativa per il decennio 2023-2033»”. E questa decisione del Comune di Roma, sempre per i giudici, è del tutto corretta.
Del resto, per il Tar del Lazio la società agricola è ‘colpevole‘ di non aver ricorso per tempo contro la decisione n. 413 del 22 dicembre 2022 di Gualteri. Come se un’azienda agricola – perdonate l’inciso – avesse soldi da ‘buttare dalla finestra’ per pagare ricorsi su ricorsi, oltreché tempo da ‘perdere’ nei tribunali, con tutto il rispetto del caso.
“Di conseguenza – spiegano sempre i giudici del Tar del Lazio – contrariamente a quanto dedotto dalla società agricola T. R. S.r.l., non sussiste a carico dell’Amministrazione alcun obbligo di concludere il procedimento espropriativo” entro termini rigorosamente veloci e rapidi.
In particolare, per i giudici Gualtieri e il resto della sua Giunta hanno tempo per decidere “almeno fino al 23 novembre 2025, così riporta la sentenza. Per il Tar del Lazio il comune di Roma “gode ancora del tipico potere discrezionale (nell’an, nel quando e nel quomodo) avente ad oggetto l’espropriazione delle aree” oggetto del piano”.
Un’odissea burocratica senza fine, dalla Regione Lazio al comune di Roma
La società T. R. S.r.l. si è vista espropriare i propri terreni con il vincolo preordinato imposto dal Piano di Zona ‘B67 Pian Saccoccia Sud’. Ma l’iter è rimasto incagliato nella lentezza amministrativa e resterà in questo stato fino al prossimo novembre. Il mancato avanzamento del Piano edile non ha solo conseguenze per l’azienda agricola coinvolta. Il blocco dell’esproprio impedisce ai proprietari di terreni espropriati di ricevere le dovute indennità, generando contenziosi e incertezza giuridica, ma anche problemi per i dipendenti dell’azienda stessa.
Uno stallo senza soluzioni immediate
Anche il futuro del Piano edile ‘Marrazzo‘ resta incerto. Mentre il Comune di Roma continua a prendere tempo, se la situazione non verrà sbloccata entro la scadenza naturale del Piano, prevista per il 2025, il rischio è che tutto il progetto venga definitivamente accantonato, lasciando i proprietari di terreni e le aziende coinvolte senza alcuna compensazione.
Nel frattempo, Gualtieri e il suo assessore Zevi promettono di risolvere l’emergenza abitativa di Roma, ma acquistando case già pronte, anche a Pomezia, e non certo realizzandone di nuove. E allora perché non liquidare velocemente l’azienda agricola e il Piano edile Marrazzo? Non è dato sapere. in ogni caso, questa sarebbe Giustizia? Speriamo che almeno Marrazzo, quello vero, ossia l’ex Governatore, tra una presentazione in libreria e l’altra, si ricordi magari di fare una chiamata a Gualtieri e Zevi per chiedergli di prendere una decisione definitiva, su questo Piano, anziché perdere altro tempo. 18 anni per noi bastano e avanzano per prendere una decisione.
