Regione Lazio, è guerra intestina in Forza Italia per le poltrone: Rocca ostaggio della sua maggioranza
Scontro fra titani. E nessuno che vuole mollare. E intanto nel Lazio è tutto fermo, con buona pace dei cittadini. L’impasse alla Regione ormai è sotto gli occhi di tutti, anche se non esperti di politica. Il governatore Francesco Rocca è ostaggio di parte della sua stessa maggioranza, che diserta riunioni e incontri.
A creare tensioni è ancora una volta Forza Italia. Ma stavolta non verso gli alleati Lega e Fratelli d’Italia, che comunque ci sono, ma sembrano “acqua fresca” rispetto alle spaccature interne al partito.
I nervosismi tra la Lega e Forza Italia stanno mettendo a rischio l’equilibrio interno della maggioranza di centrodestra. Al centro dello scontro, ormai da settimane, c’è la richiesta di Forza Italia di ottenere più assessori o deleghe di maggior peso nella giunta di Francesco Rocca. La situazione ha portato a un rallentamento dell’attività amministrativa, con le opposizioni che denunciano una “paralisi totale” della Regione, affermando che le lotte interne stanno penalizzando la gestione dei fondi e dei servizi pubblici, come la sanità.
Ma, appunto, questo è nulla rispetto a quanto accade all’interno di Forza Italia, dove si combatte una vera e propria guerra intestina.
Le tre fazioni: Tajani, Lotito e Fazzone
Quello che si registra adesso all’interno di Forza Italia è una spaccatura in tre parti, guidate da tre diversi leader. La prima fa capo ad Antonio Tajani, un’altra a Claudio Fazzone e la terza a Claudio Lotito. E proprio Lotito ha fatto entrate nelle file degli azzurri Giuseppe Emanuele Cangemi, per gli amici Pino. E che ora si sta battendo per fargli avere la presidenza del Consiglio.
I malumori su Cangemi
Presidenza però contesa anche dalle altre due “frange”, che non intendono mollare a quello che viene inteso quasi come un intruso e un traditore (ricordiamo che Cangemi è quello che, con Enrico Cavallari Cavallari, ha appoggiato Zingaretti, passando al gruppo misto e, rispondendo al “patto d’aula”, facendo in realtà da stampella, nel luglio del 2018, all’ex governatore di centrosinistra quando non aveva più i numeri della sua maggioranza) una delle poltrone più ambite in Regione.
Proprio nel periodo in cui era nel gruppo misto Cangemi si è “avvicinato” al ruolo di Presidente, grazie alla sospensione dalla carica del consigliere Adriano Palozzi che all’epoca era vicepresidente. Durante la riunione di consiglio dell’8 agosto 2018 prese ben 26 consensi 38, forse come ricompensa per l’aiuto dato a Zingaretti pochi giorni prima, nel momento di difficoltà.
“Stipendio da consigliere troppo basso”
Ma ora, probabilmente proprio per i trascorsi con i “salti della quaglia” da una parte all’altra a seconda dell’umore, in Forza Italia non vedono troppo di buon occhio la sua elezione come massima espressione del Consiglio. Non tutti – anzi, a dirla chiaramente quasi nessuno all’interno di Forza Italia – sono d’accordo sul nome di Cangemi come Presidente del Consiglio della Regione. L’essere stato eletto nelle file della Lega ed essere passato a FI solo in un secondo tempo non è certo un punto a favore.
In passato, inoltre, Cangemi fu criticato aspramente per un’intervista rilasciata 10 anni fa, quando era Consigliere Regionale. Si lamentava dello “stipendio troppo basso”, quando, per sua ammissione, guadagnava come consigliere regionale 6.800 euro netti al mese. Mentre la maggior parte delle persone ne guadagnava 1.200, sempre che lo avesse, un lavoro.
Guerra intestina e simpatie bilaterali
E lo scontro tra Lotito, Tajani e Fazzone adesso si sta facendo duro, perché nessuno vuole arretrare dalle proprie posizioni. Fazzone vorrebbe come presidente uno dei suoi consiglieri (si vocifera Capolei, il primo degli eletti in Forza Italia), in una sorta di braccio di ferro con Lotito. Anche se questo dà, indirettamente, forza all’opposizione. Che riesce a lasciare un suo uomo in uno dei posti strategici. E, se quella di Presidente del Consiglio è una poltrona di valore e tutti ci hanno buttato gli occhi sopra – anche se non proprio tutti, visto che a “scannarsi” sono solo gli esponenti di Forza Italia, mentre il resto degli ‘alleati’ stanno alla finestra a guardare, con tanto di popcorn, nella speranza di acquistare potere con le disgrazie interne altrui – nessuno al contempo rivendica altre poltrone di prestigio.
Nel balletto delle nomine, infatti, tutti si sono battuti e portati avanti per spingere i loro prediletti ad avere poltrone e nomine nelle varie società partecipate della Regione Lazio. Ma, stranamente, mentre ci sono state battaglie – ad esempio – per il CdA Cotral, nominato fuori tempo massimo, nessuno ha reclamato il posto che da ormai più di 11 anni è strettamente tenuto dall’ingegner Antonio Mallamo, ovvero la presidenza di Astral, malgrado sia stato nominato dal centrosinistra. E malgrado Astral continui a rimanere l’unica partecipata senza consiglio di amministrazione, ma con un unico Amministratore Delegato.
Astral Spa, dov’è la trasparenza? Faro sulla gestione Mallamo
Forse perché l’ingegnere ha nel tempo conquistato le simpatie anche della destra, diventando così l’unico intoccabile, almeno fino a quando non sarà lui stesso a decidere di cambiare per andare altrove? L’operato di Mallamo, infatti, adesso piace molto a Matteo Salvini e quindi alla Lega, che difficilmente deciderà di cedere il posto del granitico Ad di Astral per trovare una quadra diversa.
La caccia di poltrone
Quindi, alla fine, il problema non è tanto un eventuale braccio di ferro tra i partiti dell’alleanza. Ma i problemi interni a Forza Italia che, da quando si è rafforzata dopo le elezioni europee, complice la caduta in picchiata della Lega, tiene in scacco il Presidente Rocca, bloccando di fatto i lavori di commissioni e consigli. Ieri è stato votato la legge sul “collegato al bilancio”, ma solo per paura che, non si fosse fatto, si sarebbe scavato un solco difficile da ripianare.
E intanto il presidente Rocca appare sempre più spaesato di fronte alle richieste avanzate da Forza Italia. Tant’è che qualcuno dal partito pare lo abbia voluto scavalcare, facendo arrivare le richieste sulla scrivania della Meloni.
I prossimi giorni in Regione saranno come quelli previsti dai meteorologi: di burrasca, ma con temperature alte.