Regione Lazio, Forza Italia diserta ancora la Giunta: continua il ‘tira e molla’ sulle poltrone
La Regione Lazio è paralizzata da settimane. Forza Italia, ancora una volta, ha deciso di non partecipare alla Giunta, lasciando vuote le poltrone dei suoi assessori e causando un nuovo stop al Consiglio regionale, che non si riunisce più da inizio agosto. La situazione di stallo ha portato l’attività legislativa e amministrativa della regione a un blocco pressoché totale, con le opposizioni che denunciano l’immobilismo e chiedono una soluzione immediata.
Regione Lazio, Forza Italia diserta ancora la Giunta
Il braccio di ferro interno al centrodestra sembra non avere fine. Da una parte, Forza Italia chiede un riequilibrio nella composizione della Giunta guidata dal presidente Francesco Rocca, dall’altra, Fratelli d’Italia e la Lega cercano di mantenere il proprio peso all’interno del governo regionale. La questione principale è legata ai numeri: Forza Italia, inizialmente con tre eletti, ha inglobato nel tempo altri quattro consiglieri, tra cui due transfughi dal Movimento 5 Stelle, arrivando così a un totale di sette membri, a cui si aggiunge un alleato di Noi Moderati. Questo dà agli azzurri il potere di bloccare il Consiglio regionale, facendo mancare il numero legale necessario per convocare le sedute.
Il nodo politico: più poltrone per Forza Italia
Forza Italia, rappresentata in queste trattative dal senatore Claudio Fazzone e dal ministro Antonio Tajani, punta a ottenere un maggior numero di posti nella Giunta, attualmente fermi a due, nonostante il recente aumento dei suoi eletti. “Non possiamo accettare di restare sottorappresentati in una Giunta dove i numeri non rispecchiano più la realtà del Consiglio regionale”, dichiarano fonti vicine agli azzurri. Dall’altra parte, Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia, insiste che il riequilibrio debba essere funzionale e non numerico: “Si può discutere delle deleghe e dare più peso agli assessori di Forza Italia, ma non è possibile aumentare il numero di poltrone a oltranza“.
Continua il ‘tira e molla’ sulle poltrone
A complicare ulteriormente il quadro ci sono i ricorsi pendenti di alcuni dei consiglieri recentemente transitati in Forza Italia, che potrebbero alterare nuovamente gli equilibri nel Consiglio regionale. Inoltre, le recenti elezioni europee hanno visto un risultato quasi identico per Forza Italia e Lega, con entrambe le forze politiche ferme al 5%, accentuando ulteriormente le tensioni tra alleati.
L’impasse istituzionale
La crisi politica si è tradotta in un impasse che coinvolge anche la presidenza del Consiglio regionale. Forza Italia ha messo gli occhi su questo ruolo, attualmente occupato da Antonello Aurigemma, esponente di Fratelli d’Italia. Gli azzurri puntano su un nome forte come Pino Cangemi, già uomo di punta della corrente legata a Claudio Lotito, o in alternativa Fabio Capolei. Tuttavia, Aurigemma non sembra intenzionato a lasciare la presidenza, a meno che non gli venga offerto un incarico altrettanto prestigioso.
In questo clima di tensione, il presidente Rocca ha cercato di mantenere una posizione neutrale, dichiarando: “L’attività amministrativa della Regione non si è mai fermata, ma è evidente che c’è un tema politico che va risolto quanto prima. Non possiamo continuare così all’infinito”.
L’opposizione all’attacco: “La Regione è in ostaggio”
Intanto, le opposizioni non sono rimaste a guardare. Con un flash mob organizzato alla Pisana, i capigruppo del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione e altri partiti di minoranza hanno denunciato l’immobilismo della Regione. “Chiuso per poltrone” e “Lavori non in corso” erano alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti. “Siamo di fronte a una paralisi istituzionale senza precedenti, dovuta all’incapacità del presidente Rocca di governare la sua maggioranza”, hanno affermato in una nota congiunta i leader dell’opposizione.
Le opposizioni chiedono che Rocca si presenti in Consiglio entro la fine del mese per spiegare come intende sbloccare la situazione. Fino ad allora, hanno annunciato di astenersi da qualsiasi attività consiliare, contribuendo così a mantenere alta la pressione sulla Giunta regionale. Il futuro della Regione Lazio, almeno per ora, sembra appeso a un sottile filo di trattative politiche che tardano a dare i loro frutti.