Regione Lazio, Rocca ricompatta la maggioranza: ma è solo una ‘tregua armata’
Torna la pace, almeno fino a settembre, nei corridoi della Regione Lazio. Gli incontri che il Presidente Francesco Rocca ha avuto nei giorni scorsi si sono conclusi con un vertice tra il governatore del Lazio e i segretari regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati. Un incontro che si è svolto – secondo quanto definito dalla presidenza – in un clima sereno e durato poco meno di due ore, è servito a strappare la promessa di non fare nessuna bizza fino all’autunno.
Le vacanze sono sacre per tutti. Quindi per il momento pace è fatta. O almeno tregua. Perché gli appetiti di Forza Italia non sono stati accontentati, ma solo rimandati a settembre, come gli scolari, anche se con il sorriso.
Che sia di circostanza non si sa. Quello che appare chiara è la necessità, oltre che la volontà, “di portare avanti il programma di centrodestra condiviso tra i partiti di maggioranza e presentato agli elettori e che ha trovato ampio consenso tra i cittadini del Lazio in occasione delle elezioni regionali dello scorso anno”.
Di cosa si è discusso
Nell’incontro, fanno sapere dalla Regione, “sono state discusse le priorità dell’agenda di governo nei prossimi mesi. Il presidente Rocca e i segretari regionali hanno condiviso, inoltre, gli obiettivi di rilancio dell’economia regionale attraverso gli investimenti nel turismo, nelle nuove infrastrutture, nel sostegno al tessuto imprenditoriale. Particolare attenzione è stata rivolta al sociale, al welfare regionale e alla tutela e alla presa in carico delle fragilità”.
Niente poltrone… ma le deleghe?
Programmi di governo, quindi. Per il momento del terzo assessore a Forza Italia, che tanto aveva puntato i piedi nei giorni scorsi, non se ne è parlato.
Ma se non sarà il terzo assessore a rinforzare il prestigio degli azzurri, potrebbe essere la promessa di qualche delega importante ad aver disteso il clima. Fermo restando che la delega alla sanità – come avevamo detto sin dall’inizio – per Rocca è incedibile, il Presidente potrebbe rinunciare magari al mandato sulla Protezione Civile. Servirebbe poi il sacrificio di un leghista, che dovrebbe cedere qualcosa a un collega di Forza Italia.
Del resto, 7 consiglieri azzurri contro solo 1 della Lega vanno bilanciati in qualche modo. Magari anche con delle poltrone importanti nelle partecipate. E se in Cotral, con l’uscita di Amalia Colaceci, il posto di Presidente sembra “prenotato” da Fratelli d’Italia – pur con il malcontento del partito di Tajani che, sponsorizzato da Fazzone, aveva fatto il nome dell’ex consigliere regionale Giuseppe Simeone – restano sempre le altre società.
E allora ecco che si guarda con interesse al vertice dell’Ater, viste le improvvise – pochi giorni fa – dimissioni del commissario straordinario Giuseppe Zaccariello.
Ma anche – pure se con meno speranza, vista la sua almeno apparente inossidabilità – alla presidenza di Astral, al posto dell’ingegner Antonio Mallamo, uomo della Lega. Per lui, si vocifera, sarebbe già pronto un posto altrove.
Un’altra poltrona appetibile è quella di Lazio Disco, l’ente del diritto allo studio. Qui le cose sarebbero molto più semplici, visto che per l’attuale commissario straordinario Giorgio Ciardi il mandato è ormai scaduto.
Insomma, carne al fuoco ce n’è parecchia. E i falò sulla spiaggia, si sa, d’estate piacciono a tutti.