Regione Lazio, tra attacchi hacker e mascherine è stato un disastro. Ma i dirigenti sono tutti fenomeni

I dirigenti della Regione Lazio sono tutti dei fenomeni. Questo almeno emerge dai punteggi ottenuti dall’Oiv, l’organismo interno di valutazione. Previsto per legge, e deputato tra l’altro ad assegnare il ‘bollino verde’ rispetto al conseguimento degli obiettivi. Una cosa non da poco, visto che da una valutazione positiva può derivare un incremento di stipendio fino al 30%. Considerato la paga base, che in alcuni casi supera i 150 mila euro, si capisce bene di cosa stiamo parlando. Una pioggia di denari, quasi tanto quanto guadagna il Presidente della Repubblica. Soldi che dovrebbero almeno corrispondere a una grande qualità dei servizi forniti. E delle performance dirigenziali messe sul tavolo. Ma la cronaca, purtroppo per i cittadini del Lazio, dice altro. Perché tra scandali vari, bacchettate della Corte dei Conti fino al ‘mascherina gate’ scoperchiato dalla consigliera di Fdi Chiara Colosimo, più che un premio qualcuno tra i dirigenti di Zingaretti meriterebbe una censura. Se non peggio.

Disastro Zingaretti alla regione Lazio: e non solo per gli hacker…

La Regione da’ a tutti i dirigenti il massimo dei voti. Ed esplode la polemica

Tutti o quasi i 21 dirigenti apicali della Regione Lazio sottoposti a valutazione hanno ottenuto il massimo dei voti. Con punteggi astronomici, tra 99/100 e 96. Questo significa poter godere dei premi di produttività. Ed arrotondare ulteriormente gli stipendi, già ampiamente superiori ai 100 mila euro annui. Non importa se alcuni di loro, sono stati al centro di scandali e polemiche. Come il capo della Protezione civile regionale Tuminello. Messo alle strette da Chiara Colosimo sulla vicenda delle mascherine. Commissionate a una ditta con un capitale sociale di poche migliaia di euro. Che vendeva lampadine a led. Ma non c’è stato solo il ‘mascherina  gate’ a far balzare gli osservatori sulla sedia. Infatti, alcuni dei ‘premiati’ sono stati bacchettati anche dalla magistratura contabile. Perché non sarebbe stato rispettato il rapporto tra dirigenze interne ed esterne. Altri soldi, sempre pagati dai cittadini. E il premio elargito sa tanto di beffa.

I casi più eclatanti

I casi più eclatanti, sono stati messi in evidenza da un dettagliato articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Così sotto la lente di ingrandimento è finito l’ex Segretario generale della Regione Andrea Tardiola. Attualmente numero uno dell’Inail. 99 su 100 il suo punteggio, nonostante nel luglio del 2020 il Consiglio di Stato avesse dichiarato la illegittimità della nomina di 48 dirigenti esterni. E poi un altro dei fedelissimi di Zingaretti, l’ex capo del personale Alessandro Bacci. Ora al Ministero dell’economia. Bacci venne censurato dalla Corte dei Conti, per un esborso nel 2020 per il personale superiore di 21 milioni di euro ai limiti previsti per legge. Ma il dirigente  era anche il responsabile dei sistemi informatici della Regione Lazio, all’epoca del pesantissimo attacco hacker. La sua valutazione, 98/100.

Infine, Carmelo Tulimello. 98/100 anche per il direttore regionale della Protezione civile. Per le performance relative all’operato del 2020. Anno in cui esplose lo scandalo mascherine. È proprio il caso di dire, avanti. Nella Regione Lazio c’è posto e gloria per tutti.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/24/condanne-sprechi-truffe-e-attacchi-hacker-ma-per-lorganismo-che-li-valuta-i-dirigenti-del-lazio-meritano-tutti-il-massimo-dei-voti/6567949/