Riaprono al pubblico gli affreschi di una “domus” adrianea alle Terme di Caracalla
Le Terme di Caracalla ampliano il loro percorso di visita grazie all’impegno e al lavoro della Soprintendenza Speciale di Roma. Riapre l’ambiente di una domus di età adrianea proponendo una importante novità. “Gli affreschi che oggi tornano visibili appartenevano a un edificio situato in un quartiere che agli inizi del III secolo distrutto per far spazio alle Terme di Caracalla”. Lo afferma Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “I visitatori, oltre alla bellezza e all’interesse di queste pitture, potranno cogliere un pezzo di storia e le trasformazioni della città antica. Presentiamo anche una anteprima: una parte del prezioso soffitto di un ambiente mai esposto prima e presto aperto al pubblico. Un ulteriore tassello che va ad arricchire le Terme di Caracalla, fiore all’occhiello di questa Soprintendenza e della città”.
Divinità del pantheon greco-romano ed egizio
Nel grande ambiente affrescato visitatori potranno ammirare due decorazioni sovrapposte. La prima, tipica dell’età adrianea, riproduce prospettive architettoniche popolate da figure umane, statue, felini rampanti. Posteriore di una cinquantina di anni, la seconda presenta figure di divinità del pantheon greco-romano ed egizio. “La presenza in uno stesso ambiente di Giove, Giunone e Minerva assieme ad Anubi, Iside e probabilmente Serapide – spiega Mirella Serlorenzi, direttore delle Terme di Caracalla – è il segno di quel sincretismo religioso tipico dell’antica Roma fin dalla sua fondazione. Ma gli ambienti che ora apriamo sono di grande interesse anche perché mostrano a distanza di pochi metri il microcosmo di una abitazione privata e il macrocosmo di un grande impianto imperiale, le Terme di Caracalla.
Un unicum nel panorama storico artistico di Roma
Un confronto pieno di suggestioni che ci spinge a presentare una piccola anticipazione del soffitto di un secondo ambiente della domus. Ossia, il Triclinio ora oggetto di studio ricerche per il suo restauro complessivo”. Le pitture oggi esposte provengono da una domus scoperta nell’Ottocento, a pochi metri dalla palestra orientale delle Terme riportata alla luce negli anni ’70 del secolo scorso. Cioè quando gli affreschi vennero distaccati per loro conservazione. La articolazione dell’edificio, assieme alla cronologia e alla tipologia delle pitture dei soggetti rappresentati sono un unicum nel panorama storico artistico di Roma.