Riciclaggio e peculato: indagati il fratello del cardinale Becciu e un vescovo

Soldi della chiesa utilizzati per scopi privati: oltre 2 milioni di euro, raccolti anche con l’8×1000, che avrebbero alimentato gli interessi privati del fratello del cardinale Angelo Becciu, Antonino.
Sono le accuse mosse dalla procura di Sassari, come reso noto in esclusiva dal Tg1, in possesso dell’avviso di conclusione indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra i reati contestati, peculato e riciclaggio.

Secondo l’accusa, era Antonino Becciu a gestire di fatto la diocesi di Ozierie con una delega falsa avrebbe aperto un conto intestato alla Caritas da cui avrebbe prelevato fondi per la sua cooperativa, la Spes. Tra gli indagati il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, la compagna di Antonino Becciu, Giovanna Pani, sua figlia e il direttore della Caritas, don Mario Puzzu, tutti difesi dallo stesso legale che nega tutte le accuse.
Da quanto risulta dalle carte dei pm sassaresi, gli indagati avrebbero anche falsificato le bolle di consegna di 32mila chili di pane per oltre 100mila euro. Una vicenda che coinvolge anche il cardinale Angelo Becciu “indagato dalla giustizia vaticana in uno stralcio inviato dai pm di Sassari”, riferisce il Tg1, che dà conto della risposta del suo legale, Fabio Viglione, che fa sapere di non avere alcuna notizia di nuove indagini a carico del cardinale. Becciu a dicembre scorso è stato condannato in primo grado anche per 125mila euro della segreteria vaticana inviati alla cooperativa del fratello.