Rifiuti a Ciampino, servizio da 1,2 milioni alla Ecosystem di Pomezia senza gara: “Non c’è concorrenza”, ma la Regione smentisce
Un nuovo capitolo nella gestione dei rifiuti indifferenziati si apre a Ciampino (e, a cascata, a Pomezia), e stavolta le domande superano le certezze. Per il 2025, il Comune ha deciso di affidare il trattamento dei rifiuti indifferenziati alla Ecosystem di Pomezia, con una procedura negoziata da 1,2 milioni di euro, senza bando pubblico. La giustificazione data è l’assenza di concorrenza, come previsto dall’art. 76, comma 2, lett. B del Decreto Legislativo n. 36/2023. Ma è davvero così?
Ecosystem di Pomezia: scelta obbligata o monopolio mascherato?
La scelta di affidare il contratto alla Ecosystem non è una novità. Anche per il 2024, Ciampino aveva stipulato un contratto analogo con la stessa azienda, basandosi sulla buona riuscita del servizio. Eppure l’Ufficio Pianificazione Rifiuti Lazio, attraverso una comunicazione fatta al Comune di San Cesareo il 7 ottobre 2024, ha chiarito che non esiste alcun monopolio per il trattamento dei rifiuti indifferenziati. Secondo la nota ufficiale, i Comuni dell’ATO di Roma possono scegliere tra due operatori: la stessa Ecosystem di Pomezia e la Porcarelli di Roma (Rocca Cencia).
“Si rappresenta – si legge nel documento – che nella Città metropolitana di Roma Capitale gli impianti di trattamento al momento operativi sono: impianto di Trattamento Meccanico Biologico sito in Pomezia, gestito dalla Società Ecosystem Spa; impianto di Trattamento Meccanico, sito a Roma Roccacencia, gestito dalla Società Porcarelli Gino&Co srl”.
Ma non solo. “Inoltre, per l’impianto gestito da E. Giovi srl in Amministrazione Giudiziaria, sito a Roma Malagrotta, con Determinazione G08185 del 20.06.2024 è stata autorizzata la riconfigurazione temporanea “semplificata” delle linee di trattamento con modifica del layout impiantistico, con l’esclusione dal processo della sola linea di produzione CSS che verrà riattivata successivamente, e al suo posto linea di pressatura e fasciatura della frazione secca (sopravvaglio) prodotto con codice EER 191212 ed avviata a successive operazioni di recupero presso impianti autorizzati. Come comunicato dal Gestore, l’impianto ha iniziato le attività di trattamento nella suddetta modalità in data 03.10.2024″.
Se così fosse, la procedura negoziata di Ciampino poggerebbe su basi poco solide. Una situazione che solleva interrogativi, soprattutto quando a guidare le scelte è la stessa persona che dovrebbe supervisionarle.
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Il doppio ruolo di Federica Giglio
A complicare ulteriormente la vicenda infatti c’è la figura di Federica Giglio, responsabile dell’Ufficio Pianificazione Rifiuti Lazio e, allo stesso tempo, assessore all’Ambiente e all’Igiene Urbana di Ciampino. Due incarichi che si sovrappongono e che potrebbero compromettere l’imparzialità nella gestione di una materia così delicata.
Da una parte (alla Regione), la Giglio ha affermato che gli impianti idonei sono due. Al Comune, invece, viene detto che, essendo uno solo, si assegna il servizio tramite procedura negoziata senza pubblicazione di un bando.
Non è solo il doppio ruolo a destare perplessità. Giglio avrebbe commesso un errore tecnico non indifferente: in una comunicazione ufficiale, avrebbe definito l’impianto della Ecosystem un TMB (Trattamento Meccanico Biologico), quando in realtà è solo un TM (Trattamento Meccanico). La trasformazione in TMB è ancora in fase di collaudo e sarà operativa solo da marzo 2025. Un dettaglio che, però, cambia la natura dell’impianto e del servizio offerto.
Chi è Federica Giglio? Un passato sotto l’ala del PD
Federica Giglio non è nuova alla politica dei rifiuti. Ingegnere di professione, ha costruito la sua carriera sotto la guida di figure di spicco del PD, come Nicola Marini, ex sindaco di Albano, e Massimiliano Borelli, attuale primo cittadino. Nel 2022 è approdata all’Ufficio Rifiuti del Lazio, dove è diventata una figura chiave.
La domanda: chi ci guadagna?
La vicenda di Ciampino si inserisce in un quadro più ampio, dove il confine tra politica e gestione tecnica si fa sempre più labile. La vera domanda è: questo tipo di gestione dei rifiuti è davvero trasparente?