Rifiuti, la città riapre ed è di nuovo allarme ‘monnezza’

La città riparte, e torna puntuale anche l’emergenza rifiuti. Un problema non risolto, tra impianti chiusi o bruciati e le polemiche politiche sul termovalorizzatore. Tanto voluto dal sindaco Gualtieri, ma sul quale la regione Lazio è molto più prudente. Almeno per qualche settimana ancora. Fino a che cioè, il presidente uscente Zingaretti, candidato al parlamento, sarà governatore alleato con i grillini. Un caos insomma, anche se dopo l’approvazione del decreto aiuti, quello su cui è caduto il governo Draghi, il sindaco in realtà sull’ immondizia ha pieni poteri. E cioè, può realizzare impianti anche non previsti dal piano rifiuti regionale. L’emergenza però, in attesa delle decisioni strategiche, è qui e ora. Con il TMB di Malagrotta che ha preso fuoco, l’impianto Ama sulla Salaria bruciato anni fa, Rocca Cencia al collasso. E l’unico termovalorizzatore, quello Acea di San Vittore, che lavora limitato a 800 tonnellate di rifiuti a settimana. Insomma, il rischio di vedere ancora i cassonetti strapieni di rifiuti e’ reale. E le alternative sono poche e costose.

La Rida ambiente potrebbe salvare la situazione rifiuti. Ma la burocrazia frena

Una delle soluzioni possibili all’emergenza rifiuti, potrebbe essere quella rappresentata dalla Rida ambiente. L’azienda di Aprilia del patron Fabio Altissimi infatti, possiede la tecnologia TMB. Quella cioè in grado di trattare e stabilizzare il rifiuto urbano. Ma il problema è che la burocrazia regionale e lenta. E l’impianto e’ costretto a lavorare al di sotto delle proprie potenzialità. Per la impossibilità di conferire il residuo in discarica, o di accedere al termovalorizzatore di San Vittore. Altra strada, quella dell’impianto di Guidonia. Ancora più complessa però. Perché in questo caso, tutta la vicenda è stata oggetto di ricorsi e sospensive. Con la forte opposizione all’apertura da parte del sindaco della cittadina laziale, dei residenti e delle associazioni ambientaliste.

L’impianto di Guidonia ancora fermo tra proteste e ricorsi

Il sindaco Gualtieri, da primo cittadino della Città metropolitana, ha firmato a luglio un’ordinanza per effettuare il collaudo “a caldo” (con i rifiuti) dell’impianto. Che lo ricordiamo non è mai entrato in funzione. Per effettuarlo Ama deve firmare un contratto con il gestore. La Ambiente Guidonia però è una società partecipata dalla Pontina Ambiente, su cui pende un’interdittiva antimafia. La prefettura quindi dovrebbe nominare un commissario per la gestione. Altra questione, la strada di accesso all’impianto, al momento non ancora adeguata a sopportare il peso dei tir che trasporteranno lì i rifiuti.

Senza contare la forte protesta dei cittadini e dell’amministrazione del comune di Guidonia. Di luglio una diffida inviata da 13 associazioni del territorio tra cui Earth, Codici e Zero Waste Lazio, riunite nel Coordinamento Cittadini del Lazio, diretta al sindaco Gualtieri con la richiesta di ritirare l’ordinanza per il collaudo dell’impianto. Il provvedimento a inizio agosto è stato impugnato al Tardal comune di Guidonia.