Rifiuti, ora si parla di Malagrotta 3 a Testa di Cane. Ma Valle Galeria si mobilita
La strada per portare i rifiuti di Roma ad Albano sembra essere in salita. Perché la Ecoambiente, società proprietaria dell’impianto, ha fatto sapere che a tutt’oggi esiste un problema legato alle fideiussioni. Garanzie assicurative che ammonterebbero a circa 2.5 milioni di euro, e che non sarebbero state completamente versate. Senza questo passaggio, l’ordinanza firmata dalla Raggi rischia di non avere effetto. Per la gioia del sindaco e degli abitanti della cittadina Castellana. Che di vedere nuovamente attivi l’impianto chiusi per un incendio nel 2016 non ne vogliono davvero sapere. Ma tutto questo lascerebbe intatto il gravissimo problema della spazzatura prodotta dalla Capitale. Tanto da convincere il prefetto Piantedosi a predisporre un aggiornamento di tutte le istituzioni interessate. Nel caso in cui la soluzione Albano dovesse definitivamente tramontare. E rispunta la vecchia idea della cava di Testa di Cane, sempre nell’orbita di Manlio Cerroni.
Una possibilità concreta, che però vede il comitato di Valle Galeria nuovamente in battaglia. Proprio come già successo contro Monte Carnevale. Anche perché il sito sarebbe estremamente vicino alla vecchia discarica, tanto da prendere il nomignolo di Malagrotta 3. A poche centinaia di metri dal parco. E a meno di 400 dalle residenze del quartiere Massimina Casal Lumbroso.
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Contro Malagrotta 3 il comitato di quartiere promette le barricate
“L’area di Testa di Cane fu intensamente sfruttata per l’estrazione di sabbie, ghiaie e argille. E malgrado l’assenza del polder e di adeguata barriera geologica naturale, vi vennero costruiti due invasi destinati a scorie del gassificatore e frazione organica stabilizzata dei tmb prodotte dagli impianti di Malagrotta. Questo sito risente delle note criticità di inquinamento ambientale causate dalla discarica di Malagrotta. E grazie alle denunce dei cittadini, venne sottoposto a sequestro per verifica di autorizzazioni, volumetrie autorizzate rispetto a quelle escavate e inquinamento ambientale. Attualmente – si legge in una nota del Comitato Valle Galeria Libera –l’area è inserita tra i beni posti sotto amministrazione giudiziaria da parte della Procura di Roma. Ma rischia di essere nuovamente inserita per scelta politica e per interesse tra i siti papabili per la nuova discarica di Roma malgrado siano noti a tutti criticità e carichi ambientali presenti nel territorio di Malagrotta”.
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