Rimandano il processo contro Maricetta Tirrito, la vittima tira fuori un coltello per uccidersi, poi investe un carabiniere con la sedia a rotelle
Sperava che le persone che avevano vissuto insieme a lei il periodo più buio della sua vita potessero testimoniare in tribunale. Ma, per la quarta volta, Marina ha visto deluse le sue speranze. E, in preda a una crisi, ha dato in escandescenze, prima tirando fuori un coltello e minacciando di uccidersi, poi investendo un carabiniere con la sua sedia a rotelle.
Caos al Tribunale di Velletri
Sono stati momenti di caos, quelli vissuti ieri, lunedì 21 ottobre, nell’androne e nel piazzale esterno del Tribunale di Velletri. Tutto è iniziato poco dopo le ore 13:00, ora fissata per l’udienza contro Maricetta Tirrito, l’ex “paladina della giustizia” arrestata il 12 dicembre 2023 dopo la scoperta della “casa degli orrori” ad Ardea. Secondo la denuncia per circonvenzione di incapace presentata da Marina, disabile al 100% e ridotta in carrozzina a rotelle, la Tirrito le avrebbe sottratto in varie circostanze la somma totale di 47 mila euro, frutto dei suoi risparmi. Soldi che la donna, rimasta completamente al verde, vuole riavere.
Dopo le indagini svolte dai carabinieri, il pubblico ministero Ambrogio Cassiani ha deciso di rinviare a giudizio la Tirrito riguardo la vicenda e nel 2022 è stata fissa la prima udienza. Ma, a causa della variazione del legale dell’imputata, l’udienza è stata rimandata. La stessa cosa è successa per le due volte successive, sempre perché Maricetta Tirrito cambiava avvocato a ridosso dell’udienza. Ieri, invece, la seduta è stata rinviata al 5 maggio 2025 perché il giudice incaricato è stato destinato ad altre funzioni. E l’ennesimo rinvio ha fatto scattare la rabbia di Marina.
La minaccia di suicidio e l’investimento del carabiniere
Appena il suo avvocato le ha comunicato la data della nuova udienza, Marina ha iniziato a urlare e inveire. È stata quindi portata fuori dal Tribunale e, appena arrivata all’esterno, ha tirato fuori dal suo zainetto un coltellino svizzero e se l’è puntato alla gola. “Mi ammazzo“, ha iniziato a minacciarsi. “Voglio parlare con il giudice e capire perché la mia causa non riesce ad andare avanti”. A nulla sono valsi i tentativi di calmarla da parte dei due testimoni, tra cui il marito, né del suo avvocato, che le spiegava che il giudice era stato trasferito ad altro servizio.
Vedendo che la situazione era piuttosto incandescente, sul posto sono arrivati 6 carabinieri, i vigilantes del tribunale e numerosi curiosi. Ma proprio l’accalcarsi delle persone ha innervosito ancora di più Marina che, in preda all’ira, ha investito con la sua carrozzina a motore uno dei carabinieri, incastrandolo contro il metal detector di entrata del Tribunale.
Due ore di panico
La situazione di panico è durata circa due ore. La donna ha continuato a minacciare di uccidersi e di tagliarsi le vene con il coltello. “Non vi avvicinate, altrimenti mi ficco il coltello in gola. Sono esasperata e disperata”, continuava a urlare. Ma i carabinieri hanno continuato a parlare con Marina per cercare di farla desistere. E, alla fine, la donna ha gettato a terra il coltello, anche se ancora piena di disperazione.
“Sono tre anni che aspetto di avere giustizia“, spiega oggi Marina. “E ogni volta la mia causa, per un motivo o per un altro, viene rimandata. Ieri sono andata completamente fuori di testa. Non ho più niente da perdere, ho già perso tutto per colpa di quella donna, che mi ha tolto tutto quello che avevo, soldi e dignità. Quindi adesso vorrei solo cercare di riprendermi quello che mi spetta. E vedere che la giustizia faccia il suo corso, non che si blocchi in continuazione”.
“Quello che mi ha fatto passare quella donna è un incubo di cui porto ancora i segni. E non si tratta solo dei soldi. Quindi vorrei solo che si facesse in fretta a chiudere questo brutto capitolo della mia vita, per cercare di buttarmi tutto alle spalle e provare a dimenticare, se solo fosse possibile“.