Ristoratori, sospiro di sollievo. Passa la proroga delle occupazioni maggiorate di suolo pubblico fino al 31 marzo. Ma le opposizioni chiedono più coraggio

Sospiro di sollievo per i ristoratori romani. Infatti, proprio all’ultimo minuto è arrivata la proroga tanto attesa. Quella che consentirà almeno fino al prossimo 31 marzo, di godere dello spazio maggiorato per i tavoli all’aperto. Con la possibilità quindi ove consentito dalla sede stradale o dalle dimensioni del marciapiede, di ospitare avventori anche all’esterno. O di mantenere il plateatico ampliato. Cosa che in moltissimi hanno fatto in questi mesi di pandemia. Proprio per recuperare i posti persi all’interno dei locali. Una buona notizia quindi, ma soltanto parziale. Infatti, insieme alla massima occupabilita’ tiene banco anche il tema delle tariffe. Con la nuova imposta unica, che sostituisce le vecchie Tosap e Cosap. Anche in questo caso, esercenti e sindacati di categoria avevano chiesto di mantenere il tributo sospeso. Ben oltre il 31 marzo, almeno fino ad ottobre. O addirittura per tutto il 2022. Ma almeno per ora, quest’ultima istanza è rimasta inascoltata.

Arriva la proroga, ma ristoratori e opposizioni chiedono più coraggio

Le istanze dei ristoratori romani sono state parzialmente accolte dal Campidoglio. Con la proroga fino al 31 marzo della attuale normativa in deroga. Che consente di avere più spazi all’aperto, per recuperare i posti interni ai locali persi per l’obbligo di distanziamento dovuto alla pandemia. La decisione è arrivata sul filo di lana, ma non soddisfa completamente la categoria. Che chiedeva più coraggio, con una proroga almeno fino ad ottobre o al cessare dello stato di emergenza. Stessa cosa per il canone di concessione, la cui sospensione era stata appunto introdotta dalla giunta Raggi in regime emergenziale. Così anche le opposizioni insorgono. Chiedevano più coraggio, hanno tuonato dai banchi dell’Aula Giulio Cesare i rappresentati di Fratelli d’Italia e della Lega. Che già si preparano alla battaglia di fine marzo. Quando bisognerà decidere cosa fare nei mesi successivi. Con un occhio all’economia cittadina in crisi, e l’altro all’andamento della pandemia. Con in numeri dei contagi che purtroppo, almeno nel breve periodo, non fanno ben sperare.