Roba da matti. Le mafie straniere minacciano i traduttori del Tribunale

Se non fosse tragicamente vero, ci sarebbe quasi da non crederci. Non ci bastava la criminalità nostrana. La camorra, la ‘Ndrangheta e tutti i loro derivati. Perché da qualche anno si sta imponendo in Italia anche la mafia di importazione. Sia quella legata a Paesi con cui abbiamo rapporti e scambi commerciali consolidati da tempo. Come l’Albania, la Russia, l’Ucraina e perfino il lontano Giappone. Ma anche le sette criminali che si infiltrano con l’immigrazione clandestina. Prima tra tutti la mafia nigeriana, da noi ancora giovane. Ma purtroppo già nota alle cronache per la ferocia dei suoi capi. E per i riti di iniziazione che si pretenderebbero da parte dei nuovi affiliati. Altro lavoro per la Magistratura e per le Forze dell’Ordine, ovviamente. Che forse potrebbe essere ridotto con una politica meno permissiva del governo. Una chimera di questi tempi, visto che i porti sono stati riaperti nonostante il covid. E che in piena emergenza pandemica e sanitaria si parla accalorandosi di ‘ius culturae’. Ma le mafie di importazione comportano anche un altro problema. Quello di capirne i diversi linguaggi e dialetti. Spesso incomprensibili e usati dai clan per comunicare al riparo dalle intercettazioni. Così si usano degli interpreti, reclutati e pagati dai Tribunali. Peccato però cha anche loro rischiano. E adesso arriva una nuova proposta di legge per proteggerli.

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Dai Casamonica alle mafie nigeriane, per capirci qualcosa servono i traduttori. Che adesso rischiano la pelle

Per capirci qualcosa servono per forza gli interpreti. Perché le mafie straniere parlano usando dialetti antichi e codici difficili da decifrare. Lo ha recentemente sostenuto la deputata grillina Galizia, che ha presentato una proposta di legge. Per tutelare proprio i traduttori al servizio dei Tribunali di giustizia. Persone che spesso devono essere reclutate all’interno delle stesse comunità di appartenenza, perché in pochi capiscono quei linguaggi. A cominciare dal dialetto sinti utilizzato da alcune note famiglie come i Casamonica e gli Spada. Passando per gli almeno sei dialetti nigeriani, anche se in quel Paese africano ufficialmente si parla inglese. Il problema è che per contestare l’aggravante mafiosa, bisogna attenersi a quanto stabilisce la legge. Che pone dei limiti ben precisi. A cominciare dai metodi usati dai criminali, al clima di terrore e di ricatto, alla presenza di capi carismatici e ai diversi riti di affiliazione. Per arrivare a provare tutto questo, diventa essenziale capire quello che si dicono i malviventi. Solo che i traduttori secondo la deputata firmataria della legge rischiano troppo. E sono anche pagati poco per il loro lavoro. Allora ecco la proposta. Un sistema specifico di protezione anche per loro. Con nomi in codice, accessi riservati e conti correnti cifrati. Tutto indispensabile per evitare che gli stessi soggetti rifiutino gli incarichi. Preferendo le sanzioni dello Stato italiano alle prevedibili e feroci rappresaglie delle comunità di cui fanno parte.

Bene la proposta, ma che ne pensa il ministro Bonafede?

La proposta di legge per dotare di una maggiore protezione i traduttori utilizzati dai Tribunali va benissimo. Perché adesso rischiano la pelle anche loro proprio come i collaboratori di giustizia. E secondo la deputata Galizia firmataria della legge, alla fine lavorano male e spaventati. Magari tralasciando di tradurre proprio gli aspetti più delicati e importanti delle intercettazioni. Giusto allora proteggerne la riservatezza e le identità. Ricorrendo se necessario a un codice criptato. E prevedendo un rimborso adeguato per questo servizio, fino a 150 euro al giorno. Visto però che la Galizia appartiene a pieno titolo al M5S, sarebbe interessante chiederle che ne pensa il ministro Bonafede. Perché quando si è in maggioranza, più che presentare proposte di legge bisognerebbe governare. Magari risolvendo i problemi a monte. Ed impedendo ai criminali di entrare e radicarsi in Italia. Ma questa è un’altra storia. Per ora cerchiamo almeno di proteggere chi alla nostra giustizia vuole comunque dare una mano.

https://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.2693.18PDL0117920.pdf