Robert Sarah, il controverso cardinale di Don Bosco potrebbe diventare il nuovo papa?

Il cardinale Robert Sarah, figura di spicco del cattolicesimo contemporaneo, è sempre più al centro delle discussioni sul futuro della Chiesa. Conosciuto per la sua profonda fede, la difesa della tradizione liturgica e il suo legame con la Basilica di San Giovanni Bosco a Roma, Sarah è considerato uno dei possibili candidati al prossimo conclave, nonostante il dibattito acceso intorno alla sua figura.
Una lunga carriera all’insegna della fede e della tradizione
Nato il 15 giugno 1945 a Ourous, in Guinea, Robert Sarah fu ordinato sacerdote nel 1969 e solo dieci anni dopo, nel 1979, venne nominato arcivescovo di Conakry, diventando il vescovo più giovane del mondo. Nel corso della sua carriera in Vaticano ha ricoperto incarichi di grande rilievo, in particolare quello di prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti dal 2014 al 2021.

Robert Sarah si è sempre distinto per la sua difesa delle radici cristiane e della tradizione liturgica. Con un pensiero fortemente conservatore, ha espresso più volte il suo dissenso rispetto alle aperture di Papa Francesco, criticando alcune riforme sulla liturgia e la disciplina ecclesiastica. È co-autore, insieme al Papa emerito Benedetto XVI, di un libro in difesa del celibato sacerdotale, che ha suscitato ampio dibattito all’interno della Chiesa.
La sua vicinanza alla basilica di San Giovanni Bosco a Roma, situata nel quartiere Don Bosco, è significativa: Sarah è cardinale titolare di questa grande chiesa salesiana dal 20 novembre 2010, consolidando così il suo legame con la comunità romana.
Una figura controversa, ma amata dai conservatori della Chiesa
Il nome di Robert Sarah è spesso associato a posizioni molto ferme e talvolta controverse. Non ha mai esitato a manifestare la sua opposizione all’ideologia di genere, all’aborto e alle unioni omosessuali, paragonandole addirittura alle ideologie totalitarie del Novecento, come nazismo e comunismo. Questa sua fermezza morale lo ha reso un punto di riferimento per i cattolici più tradizionalisti, ma allo stesso tempo lo ha esposto a critiche da parte dei sostenitori di una Chiesa più aperta e inclusiva.
Durante il suo servizio come prefetto, le tensioni con Papa Francesco sono emerse pubblicamente, soprattutto in relazione all’autonomia delle conferenze episcopali nella traduzione dei testi liturgici, prevista dal motu proprio Magnum Principium. Papa Francesco arrivò a correggere ufficialmente alcune interpretazioni di Sarah, segnalando così una distanza significativa nelle visioni ecclesiologiche.
Non da ultimo, la controversia relativa alla pubblicazione del libro Dal profondo del nostro cuore, firmato insieme a Benedetto XVI, ha aumentato il livello di attenzione e di dibattito attorno alla figura del cardinale guineano. Il malinteso sulla co-paternità dell’opera sollevò dubbi sulla gestione della comunicazione da parte di Sarah, sebbene il cardinale si sia sempre dichiarato in buona fede.
Le possibilità di Robert Sarah come successore di Papa Francesco
Nonostante la sua età — 79 anni — possa rappresentare un ostacolo, il nome di Robert Sarah è citato con insistenza nei circoli più conservatori della Chiesa come papabile. Tuttavia, bisogna considerare che la maggioranza dei cardinali elettori è stata nominata proprio da Papa Francesco, orientando così il conclave verso candidati più progressisti.
La candidatura di Sarah riflette pienamente le tensioni che attraversano oggi la Chiesa cattolica: da una parte il desiderio di continuità con la tradizione, dall’altra la spinta verso riforme e aperture. Se eletto, rappresenterebbe un deciso ritorno a un’impostazione più rigorosa sia dal punto di vista dottrinale che liturgico, facendo emergere una visione della fede profondamente ancorata ai valori tradizionali.