Rogo di Centocelle, ora si indaga. E si teme il dolo

Dopo la grande paura di ieri, le esplosioni e la colonna di fumo nero che si è alzata su Centocelle e Don Bosco da un incendio di sterpaglie e che ha coinvolto alcuni demolitori, adesso è il momento delle indagini. Per capire come sia potuto succedere.  In un sabato pomeriggio nemmeno troppo caldo. Che escluderebbe quindi il rischio di una autocombustione. Questa mattina, i Vigili del Fuoco erano ancora al lavoro con gli idranti, per spegnere le ultime fiammelle. Ma già nella serata di ieri, la gente era rientrata dentro casa. Con le finestre chiuse. E la paura di respirare qualcosa di potenzialmente tossico e nocivo. La colonna di fumo nero si era vista praticamente in tutta Roma, per un incendio davvero spaventoso. A pochi giorni di distanza da quelli di Casalotti, e del Pineto. Ma anche dei due TMB di Malagrotta. Troppo presto per dire se ci sia una regia dietro a tutto questo, e anche le istituzioni sono state prudenti. Ma chiaramente i dubbi e i sospetti aumentano. Mentre forse, dalle riprese di un drone, almeno sul rogo di ieri gli inquirenti potranno avere qualche informazione in più.

Terrificante incendio a Roma in zona Casilino: colonna di fumo nero, nube (forse tossica), esplosioni a catena

Sul rogo di ieri non si esclude nessuna ipotesi

Questa mattina i vigili del fuoco erano ancora sul posto con diversi mezzi per accertarsi che nessun focolaio restasse attivo. Gli sguardi puntati sull’area degli autodemolitori e le carcasse metalliche contorte, e la macchia bruciata che spicca nel parco. Fili di fumo ancora si levavano verso l’alto, poco dopo le 6. E i getti d’acqua dei pompieri continuavano a spazzare l’area, ma della concitazione e della paura di sabato non c’era traccia. Adesso si contano – davvero – i danni. E si affrontano necessariamente problemi che affondano le radici in anni di inerzia.

La Procura indaga, non si esclude il dolo

“Nei prossimi giorni sarà possibile valutare realmente tutti i danni”, hanno detto sabato sera Mauro Caliste e Francesco Laddaga, presidenti del V e VII Municipio, in una nota congiunta. Pur restando in zona sino a sera inoltrata, in costante contatto con soccorritori e forze dell’ordine, non si sono sbilanciati sulle origini del rogo. Troppo presto per stabilirlo. Anche se l’assessora all’Ambiente di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, ha voluto chiarire che “le temperature di sabato non giustificano ipotesi di autocombustione”. Mentre il sindaco Gualtieri ha invitato tutti ad abbandonare la polemica politica. “E’ il momento dell’unità”, ha dichiarato il primo cittadino. Rivolto principalmente alle opposizioni. Che stanno puntando il dito sulla manutenzione del verde, e sul tema della prevenzione. Ma anche sulla mancata delocalizzazione degli autodemolitori. Un problema che si trascina da anni, e che ieri è letteralmente esploso. Con conseguenze disastrose, che potevano essere anche più drammatiche. E che richiamano tutti alle proprie responsabilità.