Rom, la parola che non compare nei 300 obiettivi di Gualtieri. E intanto a Tor Sapienza l’aria è irrespirabile

Il sindaco Roberto Gualtieri ha recentemente presentato un ricco dossier. Contenente 300 punti dettagliati, tutti obiettivi di governo da realizzare in questa sindacatura. Qualcuno però ha notato che la parola rom, in questo elenco non compare. Eppure il problema della messa in sicurezza e del controllo dei campi autorizzati o tollerati presenti in città è ben lungi dall’essere risolto. Così come gli sgomberi, che si sono limitati a quanto (poco) fatto dalla precedente giunta. Con la bonifica del sito vicino al Foro Italico, lo sgombero del Camping Tiber e quello dell’area F del campo di Castel Romano. Mentre altrove, la situazione resta spesso fuori controllo. Con roghi tossici che si sviluppano ogni notte, e residenti costretti a rimanere barricati in casa. Senza neppure potersi affacciare alle finestre. Colpa dei rifiuti, spesso oggetto di traffici illegali, che vengono bellamente bruciati. Senza o quasi alcun controllo. Come avviene ad esempio a Tor Sapienza, al campo di via dei Salviati. Qui in realtà, sono state collocate tre macchine della Municipale. Ma lo stesso sindacato del SIULP ha fatto sapere come le forze in campo siano troppo poche. Per realizzare un controllo vero, che non si limiti a interventi di facciata.

L’ex presidente del comitato di quartiere, il dottore mi ha detto di chiudermi dentro casa

Il dottore mi ha detto di mettermi in terrazza e respirare aria buona. Quando gli ho spiegato che ho sotto casa un campo rom mi ha detto di chiudermi dentro”. Roberto Torre, cittadino di Tor Sapienza, ex presidente del comitato di quartiere, alza le braccia. Uscire sul balcone anche pochi minuti vuol dire rientrare con la maglietta impregnata dell’odore acre della plastica bruciata. “Quindici giorni fa è andato a fuoco un camion, i resti sono rimasti lì”, racconta ancora Torre. Lo scorso marzo la giunta Raggi fece installare dei termoscanner intorno al campo, telecamere con sensori a infrarossi collegate con la sala Sistema Roma, centro di monitoraggio delle immagine provenienti dal circuiti di videosorveglianza della città, gestita dalla polizia locale.

La protesta del SIULP

Eppure all’alba e a notte fonda, gli abitanti del campo continuano indisturbati a bruciare rifiuti, specie metalli. Poco possono farci i due o tre vigili urbani messi a sorvegliare il campo. Una misura presa in seguito allo smantellamento della partecipata Risorse per Roma, che operava all’interno dei campi con servizi sociali e di guardiania. “Anche se ci accorgiamo di traffici loschi come possiamo intervenire in due dentro campi con decine e decine di persone con storie criminali?” commenta Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale).

Parla non a caso di “piantonamenti di facciata”, privi di funzione sia di intervento che deterrente, pericolosi per gli stessi vigili. Ieri al campo rom di via di Salone una volante è stata colpita da una pietra di grosse dimensioni lanciata dall’interno dell’insediamento. “Non possiamo non notare il completo abbandono negli ultimi tempi di un’efficiente politica di controllo all’interno dei campi, purtroppo da sempre, enclave di illegalità” continua Milani. “Persino reparti come lo Spe (gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale ndr), nati con la funzione di controllare l’emergenza nomadi, hanno abdicato a questa loro precisa funzione”.

Strade Sicure aveva funzionato. Ma non spetta ai militari piantonare i campi all’infinito

Nel 2019 a Salviati e non solo si tentò con i militari dell’operazione Strade Sicure, per bonificare intorno al campo una maxi discarica abusiva e supportare la polizia locale nelle operazioni di fermo dei furgoni che vanno e vengono con materiale metallico. Certo, i militari non possono stazionare fuori dalle baraccopoli a tempo indeterminato. La loro presenza è durata tre settimane ed è comunque in generale collegata a quadri emergenziali. A Tor Sapienza l’emergenza è costante e quel che manca a tutt’oggi sono ricette che risolvano il problema alla radice.