Roma, 5 quintali di letame davanti al Viminale. Blitz degli attivisti: “L’unica certezza è questo clima di me**a”
“L’unica sicurezza è questo clima di merda”. Una protesta simbolica ma d’effetto ha scosso questa mattina Piazza del Viminale, a Roma, sede del Ministero dell’Interno. Un centinaio di attivisti di Extinction Rebellion ha scaricato 5 quintali di letame davanti all’ingresso, accampandosi con tende per denunciare l’emergenza climatica e le politiche governative giudicate insufficienti. Uno striscione sintetizza il messaggio con toni forti: “L’unica sicurezza è questo clima di merda”.
L’intervento delle forze dell’ordine
La protesta è iniziata all’improvviso poco dopo le 11 del mattino, attirando rapidamente l’attenzione di passanti e autorità. Mentre alcuni attivisti cercavano di arrampicarsi sugli alberi della piazza per esporre altri messaggi, sono intervenute le forze dell’ordine, fermando diversi partecipanti e smantellando le tende.
Gli attivisti, che rivendicano una protesta nonviolenta ma dal forte impatto simbolico, denunciano: “Le tende sono state distrutte e sequestrate, mentre le persone all’interno sono state trascinate fuori”. Altri manifestanti hanno praticato resistenza passiva, sedendosi a terra circondati dagli agenti.
Le ragioni della protesta
Extinction Rebellion punta il dito contro un anno di politiche che, secondo il movimento, hanno favorito l’aumento degli investimenti in combustibili fossili e introdotto nuove pene per chi manifesta. La protesta arriva in un momento in cui gli effetti degli eventi climatici estremi sono sempre più evidenti, sia in Italia che nel resto del mondo.
La pulizia della piazza
Dalle 12, squadre speciali di Ama sono entrate in azione per ripulire la piazza dai resti della manifestazione, inclusi i quintali di letame sparsi sul selciato. La municipalizzata capitolina ha comunicato in una nota che le operazioni sono tuttora in corso per restituire alla piazza il suo aspetto ordinario.
Una protesta dai toni accesi, che ha portato il tema dell’emergenza climatica al centro dell’attenzione, ma che ha anche diviso l’opinione pubblica tra chi sostiene l’urgenza di simili azioni e chi le considera eccessive.