Roma, 93 milioni stanziati per la sicurezza sulle metro: ma per difendersi regna il ‘fai da te’
Botte sulla metro tra bande di borseggiatori. E poi passeggeri che, stanchi di essere derubati, si ribellano e – se ci riescono – picchiano i ladri, cercando di difendere i loro portafogli. E ancora Cicalone e la sua “Scuola di botte”, che girando per le varie fermate metro, cerca di creare azioni di disturbo ai vari borseggiatori – sudamericani e rom – in azione nei vagoni e nelle banchine. Salvo poi, come l’ultima volta, la sera del 28 giugno, prenderle di santa ragione da un gruppo di latinos, tra cui uno già conosciuto dalle forze dell’ordine e colpito dal divieto di dimora nella Capitale.
Viaggiare sui mezzi pubblici a Roma non è certo un’esperienza piacevole. A parte i ritardi e lo stare ammassati come sardine sulle metro, ma anche in moltissime linee di bus, il problema più grande è quello della sicurezza.
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Dai borseggi alle “toccatine”, fino alle aggressioni
I problemi sono molteplici e sono testimoniati quotidianamente dai fatti di cronaca. Ogni giorno avvengono sui mezzi pubblici borseggi – che vanno a colpire prevalentemente turisti, ma anche romani – ma anche episodi spiacevoli come le molestie sessuali, che vanno dalla “palpata” fino alle violenze sessuali, consumate dopo che la vittima è scesa dal mezzo. E poi le aggressioni, solitamente rivolte verso gli autisti dei bus, ma che possono coinvolgere anche i passeggeri.
L’annuncio dell’assessore Patané
Eppure le stazioni metro di Roma dovrebbero essere sicure. Dovrebbero, visti i proclami fatti meno di due mesi fa dall’assessore Patané, che ha annunciato un investimento da 93 milioni di euro da parte del Comune di Roma per una gara divisa in due lotti – da 70 e 23 milioni di euro – per implementare la sicurezza nelle stazioni delle metropolitane.
L’annuncio era stato dato da Eugenio Patané, assessore alla Mobilità e ai Trasporti di Roma, nel corso di una relazione alle commissioni congiunte Giubileo e Mobilità, presiedute dai consiglieri Dario Nanni del gruppo Misto e da Giovanni Zannola del Pd. L’assessore aveva affermato di aver “messo in campo una gara molto importante, che riguarda le Metro A, B/B1 e C, per lo svolgimento del servizio di vigilanza armata, sicurezza non armata e presidio antincendio”.
Aveva poi detto che si trattava di “un esborso rilevante a contrasto della criminalità”, “risorse stanziate in spesa corrente”. Questo per il primo lotto da 70 milioni di euro. Poi, altri 23 milioni di euro sono previsti per un servizio da svolgere presso i depositi delle linee A, B e C. In tutto, da quanto dichiarato da Patané, nell’anno giubilare i turni di presidio previsti dalla gara sono tremila, e la gara guarda a un arco di tre anni.
Difesa fai da te
Ma adesso i presidi dove sono? Servono persone come Cicalone o come i passeggeri che si ribellano ai furti per scoraggiare i borseggiatori e li picchiano? E nel frattempo che figura facciamo con i turisti che arrivano a Roma? Ma, soprattutto, come devono fare e cosa devono sopportare i romani che tutti i giorni sono costretti a prendere i mezzi pubblici per andare a lavorare o per spostarsi da una parte all’altra della città?
Non meritano almeno sicurezza e dignità, viste le tante promesse che hanno avuto in campagna elettorale? O dobbiamo assistere ancora a scene come quelle della rom incinta pestata perché aveva deciso di smettere di rubare? Dobbiamo ancora salire sulla metro tenendo stretto il portafogli con la paura che sparisca? Oppure dobbiamo andare a prendere la metro sperando di non essere coinvolti in una rissa?
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Cercasi vigilantes
Dove sono questi vigilantes che dovrebbero garantire la sicurezza? 93 milioni di euro sono tantissimi, seppur divisi in due gare distinte. Anche andando a guardare solo quella da 70 milioni, parliamo di una cifra molto consistente. Hanno iniziato il servizio? Se sì, nessuno se ne è accorto.
Ma il punto è anche un altro: chi sono questi borseggiatori? Perlopiù sempre gli stessi. Adesso ai rom si sono aggiunti i latinos. Persone note alle forze dell’ordine. Che, se colte in flagrante o riconosciute in seguito, vengono arrestate o denunciate, ma dopo qualche ora sono nuovamente sulla metro a rubare. Che spesso riescono a tornare a casa prima degli agenti che hanno compilato il verbale. E allora il problema non è solo a valle, ma anche molto più in alto.