Roma, addio al muro di lamiere: il Parco di Centocelle rinasce (ma le incognite restano)

Roma, parco di Centocelle

Dite la verità: quante volte avete guardato il Parco di Centocelle e pensato che fosse una grande promessa mai mantenuta? Bene, sembra che le cose stiano cambiando davvero. Il famoso muro di lamiere che per anni ha separato il parco da viale Palmiro Togliatti a Roma è stato finalmente abbattuto. Non è solo una questione estetica: questo intervento è il simbolo di una riqualificazione più grande, che promette di trasformare l’area in uno dei polmoni verdi più importanti della Capitale. Ma attenzione: dietro le grandi promesse si nascondono ancora diverse incognite.

Il Parco di Centocelle pronto a rinascere, ma a quale prezzo?

La rimozione delle recinzioni a lamiera, lunghe circa 400 metri, è solo l’inizio. L’obiettivo è triplicare gli spazi fruibili del parco, rendendolo finalmente accessibile ai cittadini. Verranno creati nuovi ingressi su viale Palmiro Togliatti, in corrispondenza di fermate degli autobus e attraversamenti pedonali. Ma non tutto è così semplice. Il parco ospita resti archeologici di grande valore, come le ville romane e le tracce del primo aeroporto italiano. Cosa succederà a questo patrimonio? Gli interventi saranno compatibili con la loro tutela?

Il sindaco Roberto Gualtieri, presente durante gli interventi, ha definito il progetto come “un altro tassello del Parco di Centocelle che mettiamo. Non solo riqualifichiamo, ma ingrandiamo una infrastruttura verde in un’area che ne ha bisogno. Un intervento da più di 10 milioni di euro, che include fondi del Giubileo, del PNRR e di Roma Capitale. In primavera avremo nuovi accessi da via Papiria, via Togliatti e via degli Angeli. Nel 2026 completeremo l’intero intervento, rendendo il Parco di Centocelle uno dei più importanti della città”.

Espropri, ritardi e cittadini coinvolti a metà

Non è finita: ci sono i soldi e i tempi. Si parla di un investimento da oltre 10 milioni di euro, ma gran parte del lavoro è subordinata agli espropri di terreni privati, che inizieranno solo nella primavera del 2025. Gli espropri sono essenziali per completare la seconda fase dei lavori, ma potrebbero provocare ritardi. Intanto, i cittadini chiedono di essere ascoltati. Le loro esigenze sono state davvero integrate nel progetto? Il Masterplan riuscirà a soddisfare le reali necessità del quartiere, o resterà una cattedrale nel deserto?

L’assessora Sabrina Alfonsi ha dichiarato: “Abbattere questo muro simbolizza l’apertura di Centocelle verso il futuro. È il punto cruciale per costruire un parco unitario, naturale e aperto a tutti. Oggi eliminiamo fisicamente le barriere, ma soprattutto diamo il via a un progetto per realizzare accessi su tutti i quadranti”.

Una grande occasione (da non sprecare)

Insomma, il Parco di Centocelle è di fronte a un bivio. Può diventare un esempio di sostenibilità e rigenerazione urbana, oppure l’ennesima occasione mancata. Le istituzioni hanno una grande responsabilità: ascoltare, agire e fare in fretta. Non resta che aspettare e vedere se, questa volta, alle promesse seguiranno i fatti.