Roma, addio edicole in strada: il Campidoglio nega le aree ‘liberate’ a bar e ristoranti

Roma, una classica edicola - chiosco presente in centro

Roma, addio edicole in strada: il Campidoglio si rifiuta di concedere le aree per così dire ‘liberate‘ a bar e ristoranti capitolini. Il Comune di Roma sembra aver deciso: gli spazi un tempo occupati dalle edicole presenti in strada non verranno riassegnati a bar e ristoranti. Una cosa è certa: le edicole stanno cessando sempre più spesso le loro attività. Sostituite dal digitale che sta soppiantando la carta e, con essa, giornali e riviste. E nuovi spazi urbani si liberano, in centro e periferia.

La delibera della Giunta Capitolina n. 294 del 3 agosto 2023 sembra andare proprio in questa direzione, stabilendo la volontà di preservare – così sostiene la Giunta Gualtieri – l’assetto urbano della Capitale. Impedendo di fatto il subentro delle attività ristorative nelle aree precedentemente destinate alla vendita di giornali. Il provvedimento capitolino sta generando polemiche tra gli esercenti soprattutto di bar e ristoranti. I quali, confidando in una possibile sorta di riconversione di tali spazi, hanno avanzato richieste di ampliamento delle proprie attività al Comune.

Roma, addio (sempre più frequente) delle edicole dalle strade

Al centro della vicenda si trova il caso della società Z. srl, un’attività di ristorazione situata in Piazza Madonna dei Monti, che aveva richiesto l’adeguamento del Piano di Massima Occupabilità (PMO) per ottenere maggiore spazio esterno.

La società aveva basato la propria richiesta sulla rimozione di un’edicola, considerata un elemento di modifica del contesto urbano. Tuttavia, il Campidoglio ha ritenuto che l’eliminazione del chiosco non giustificasse un cambiamento del PMO, negando di conseguenza l’ampliamento richiesto dall’azienda.

La sentenza del Tribunale di Roma ignorata dal Campidoglio

A poco è servita una sentenza del Tar del Lazio del 7 febbraio 2024 che concedeva 30 giorni di tempo al Comune per rispondere alle richieste della società ricorrente. Il Comune era stato anche condannato a pagare 1500 euro per le spese di lite. La decisione dei giudici è rimasta lettera morta. Nel senso letterale del termine.

La società è stata costretta ad un nuovo ricorso giunto a nuova ordinanza dei giorni scorsi che ‘rigira’ la competenza e l’onere della decisione ultima al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia Amministrativa.

Reazioni contrastanti, tra cittadini e imprenditori del settore ristorativo di Roma

La decisione del Campidoglio, ossia il suo ‘no’ fermo e deciso, ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, alcuni residenti sembrano gradire la scelta di non trasformare gli spazi pubblici in ulteriori aree di somministrazione, preservando l’identità della città. Dall’altro, i ristoratori e gli imprenditori del settore lamentano la rigidità dell’amministrazione, che a loro avviso non tiene conto delle esigenze economiche e della vitalità commerciale della Capitale. Specie in periodo giubilare.

Un futuro incerto per gli spazi ‘liberati’ di Roma

Nonostante la posizione attuale del Comune, la questione potrebbe non essere ancora definitivamente chiusa. Il tema degli spazi urbani e del loro utilizzo rimane un argomento centrale nel dibattito sulla gestione della Capitale, e non si escludono ulteriori interventi normativi o giuridici nel prossimo futuro.

La piazza di Roma in cui ha luogo lo scontro giudiziario e ‘politico’ tra società di ristorazione e il Campidoglio